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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:48 by: gewalt rotReply

Non un passo indietro!



Sono trascorsi 92 anni da quell'ottobre 1917, che segnò l'inizio di una nuova era nella storia dell'umanità. Non era solo la classe operaia russa condotta dal genio di Lenin che, per la prima volta nella storia, sconfiggeva il potere borghese, ma si trattò di un evento che sanciva in maniera indelebile la necessità storica dei proletari e degli oppressi di tutto il mondo di riscattare la propria condizione di classe, attraverso la conquista del potere politico, la liberazione del lavoro salariato e la costruzione di una società nuova, più giusta e solidale, la società socialista. L'URSS fu la prima nazione del mondo a concedere alle donne la loro emancipazione, tra cui il diritto di voto, nell'URSS istruzione, sanità, una casa e un lavoro degno erano una realtà per tutti. In meno di 20 anni il socialismo portò un paese arretrato, agricolo, feudale, ad essere una grande potenza economica: negli anni '30 l'URSS divenne il primo produttore di acciaio e di ghisa in Europa e il secondo nel mondo.

Oggi l'Unione Sovietica, il paese del socialismo, è stata cancellata dal complotto ordito dalla reazione e dall'imperialismo mondiali, un complotto reso possibile dall'ignobile tradimento dei rinnegati Gorbaciov e Eltsin. E anche in Italia i rinnegati del comunismo gettano del tutto la maschera e, nel dichiararlo incompatibile con la libertà, si accodano ai professionisti dell'anticomunismo, del fascismo e del revisionismo storico, giungendo a criminalizzare la Resistenza partigiana e paragonare l'esperienza del socialismo realizzato alla barbarie nazista. I sedicenti rifondatori del comunismo dal canto loro non si discostano molto da questa impostazione, dal momento che il comunismo che intendono rifondare non è altro che un trito minestrone soggettivista, anarcoide, freak e cattolico, "teorie" da tempo smentite dalla pratica del movimento operaio.
Gli apologeti del pensiero unico capitalista ad ogni occasione esprimono apertamente questa infame filosofia antisovietica e anticomunista, evidentemente per costoro la legge del massimo profitto possibile, il dominio totale del libero mercato, lo sfruttamento spudorato dell'uomo sull'uomo, le guerre imperialiste che causano milioni di morti ogni anno sono invece conciliabili con la libertà, la democrazia e i diritti umani, e nel portare avanti questa vergognosa campagna giungono spesso a riabilitare i fascisti, coloro che portarono l'Italia e il mondo intero nel più grande disastroso conflitto che la storia ricordi.
Ma noi giovani comunisti non dimentichiamo che la patria dei soviet ha pagato il più grande tributo di sangue, che il Partito Comunista e l'URSS hanno sconfitto i...

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Comments: 0 | Views: 118Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:48)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:36 by: gewalt rotReply

La collettivizzazione


La collettivizzazione fu senza alcun margine di dubbio il passo decisivo verso l’edificazione del socialismo in URSS. Si optò per il kolchoz che avrebbe sostituito il kulak e in larga parte i produttori individuali. Non si trattava d’altro che di ampi spazi di terra (si differenziavano in piccoli, medi e grandi), che erano divisi in lotti, ognuno dei quali distribuiti a seconda delle necessità e delle possibilità di lavoro ai contadini piccoli e medi. I kulaki andavano eliminati in quanto classe, non fisicamente, e per questo prevalse l’idea di dividerli in tre gruppi: un primo gruppo comprendeva i controrivoluzionari attivi (il limite fissato fu di 63.000 famiglie in tutta l’URSS); essi, gli organizzatori di atti di terrorismo, di dimostrazioni controrivoluzionarie e di formazione a carattere insurrezionale potevano essere condannati a morte. I membri delle loro famiglie dovevano essere esiliati. La seconda categoria comprendeva i kulaki politicamente attivi: il loro numero fu fissato in 150.000 famiglie in tutto il territorio sovietico. La maggior parte dei mezzi di produzione e una parte delle loro proprietà private dovevano essere confiscate. Nella terza categoria si trovava la maggior parte dei kulaki che potevano essere reinseriti nella società sovietica. Questa categoria comprendeva tra 369.000 e 852.000 famiglie. Soltanto una parte dei loro mezzi di produzione veniva confiscata. La produzione agricola conobbe uno sviluppo generale a partire dal 1933. La collettivizzazione dell’agricoltura dette un taglio netto alla tendenza spontanea alla piccola produzione mercantile, alla polarizzazione della società in ricchi e poveri, in sfruttatori e sfruttati. I kulaki, vale a dire la borghesia rurale, furono repressi ed eliminati in quanto classe sociale. Lo sviluppo di una borghesia rurale in un paese in cui l’80% della popolazione viveva ancora nelle campagne avrebbe strangolato e ucciso il socialismo sovietico. La collettivizzazione lo impedì. Essa insieme all’economia pianificata permisero all’Unione Sovietica di resistere all’aggressione fascista e di fronteggiare la guerra totale scatenata dai nazisti tedeschi. In alcuni anni, un sistema completamente nuovo di organizzazione del lavoro, uno sconvolgimento totale della tecnica e una profonda rivoluzione culturale avevano saputo guadagnarsi il cuore dei contadini. Stefan Merl, un ricercatore tedesco, descrive le condizioni precarie in cui i primi kulaki furono espropriati ed inviati in Siberia: “Con il principio della primavera, la situazione nei campi di raccolta di è aggravata. Si sono diffuse epidemie che hanno provocato molte vittime, soprattutto tra i bambini. Per questa ragione, nell’aprile 1930, tutti i bambini sono stati evacuati dai camp...

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Comments: 0 | Views: 183Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:36)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:34 by: gewalt rotReply

La verità sulla carestia in Ucraina del 1932-33



Un'autorevole conferma
Una terribile carestia investì l'Ucraina socialista nel 1932-1933. Stalin, il Partito e il governo sovietici fecero di tutto per debellarla. Gli anticomunisti ucraini e degli altri paesi ne attribuirono le colpe personalmente a Stalin e al socialismo.
A distanza di tanti anni ancora adesso gli imperialisti e i loro servi rimasticano tali accuse. Il 29 novembre dell'anno scorso il parlamento ucraino, per iniziativa del filoUsa Viktor Yushchenko, presidente dell'Ucraina, ha approvato una legge "Sulla carestia in Ucraina del 1932-1933" attribuendone la responsabilità a Stalin.
"La Repubblica", il quotidiano ufficioso del governo Prodi, il giorno dopo ne ha dato ampio e compiaciuto risalto, nel silenzio accondiscendente dei partiti falsi comunisti, come il PRC e il PdCI.
Abbiamo chiesto al Partito marxista-leninista dell'Ucraina di spiegare ai lettori de "Il Bolscevico" come sono andate effettivamente le cose. Qui di seguito pubblichiamo la sua risposta, scritta dal compagno Artur Ryabchenko.
Noi già sapevamo che la causa principale della carestia stava nel sabotaggio dei Kulaki, i ricchi agricoltori, dei reazionari e dei trotzkisti ucraini nei confronti della collettivizzazione agricola. Vi influirono anche la siccità e l'epidemia del tifo, nonché errori "ultrasinistri" nell'applicare la giusta linea di Stalin sulla collettivizzazione.
Non è quindi affatto vero che la carestia fu causata artatamente da Stalin per sterminare il popolo ucraino accusato di opporsi alla collettivizzazione agricola. Una menzogna inventata dai nazisti hitleriani per preparare la loro aggressione all'Ucraina. Questa calunnia ora è diventata "verità" nella suddetta legge. E chi la nega, pagherà una sanzione.
L'articolo dei compagni ucraini, che ringraziamo sentitamente per la fraterna collaborazione, costituisce un'autorevole conferma delle nostre opinioni, ristabilisce la verità su uno dei maggiori avvenimenti storici su cui ci speculano da sempre gli anticomunisti, i revisionisti e i fascisti e smaschera in pieno i nuovi governanti borghesi ucraini complici dell'imperialismo mondiale nel loro odio contro Stalin e il socialismo.



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Portando la situazione economica fin quasi al crollo totale di tutti i rami dell'industria e aumentando fortemente le tariffe dei servizi comunali per le larghe masse della classe operaia, i capitalisti dominanti in Ucraina hanno deciso di distrarre l'attenzione dei lavoratori utilizzando una nuova campagna isterica contro Stalin....

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Comments: 0 | Views: 193Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:34)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:31 by: gewalt rotReply

"Stalinismo": alcune osservazioni sui processi di Mosca


http://users.skynet.be/roger.romain/proces_de_moscou.htm
Sul forum "Pace socialismo comunismo" si faceva questione dei famosi processi di Mosca degli anni '30, promossi contro delitti imputabili allo "stalinismo". D’altra parte, questi processi tornano puntualmente agli onori della stampa, libri e giornali, come veri slogan che la propaganda anticomunista non si cura mai nè di approfondire nè di smentire.
Li richiamo dunque, facendo ricorso alle osservazioni e alle testimonianze d'epoca seguenti:
Estratti del libro, pubblicato nel 1943 a Zurigo, di J.E. Davies «Ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca. Relazioni autentiche e confidenziali sull'Unione Sovietica fino all’ottobre 1941.»
Davies ha seguito – tutti i diplomatici potevano farlo – i processi di Mosca, come osservatore (era giurista).
Il 17 Marzo 1938 egli inviò a Washington le sue impressioni sul processo di Bukharin e altri a Mosca. Il dispaccio è così concepito (estratti):
«Nonostante i miei pregiudizi (...) dopo aver osservato quotidianamente i testimoni e il loro modo di deporre, e in ragione di fatti finora sconosciuti, giustificati (...) sono arrivato alla conclusione che gli accusati abbiano effettivamente violato le leggi sovietiche enumerate negli atti d'accusa. Le stesse, confermate nel contraddittorio, provano le accuse d'alto tradimento e giustificano le condanne emesse contro di loro. L'opinione dei diplomatici che hanno assistito regolarmente ai dibattiti è stata unanime: il processo ha denunciato l'esistenza di una congiura d'opposizione politica di altissimo livello. Il processo ha permesso loro di capire fatti che erano fino ad allora incomprensibili.» (p. 209)
Davies aveva già nel 1937 assistito al processo di Radek e altri, e il 17 febbraio dello stesso anno aveva inviato un rapporto in merito al Segretario di Stato degli Stati Uniti. In esso affermava (p.33):
«Una ragione oggettiva (...) mi ha fatto concludere – a malincuore - che lo Stato ha realmente provato le accuse. Non esiste alcun dubbio sull'esistenza di una cospirazione assai grave fra i dirigenti contro il governo sovietico, e sul fatto che le violazioni della legge indicate nei capi d'accusa siano realmente state commesse, e siano dunque punibili. Ho parlato con praticamente tutti i membri del corpo diplomatico qui presenti, e tranne, forse, una sola eccezione, tutti sono dell’avviso che i dibattiti abbiano stabilito l’effettiva esistenza di un piano segreto e di una cospirazione miranti ad eliminare il governo.»
Nel suo diario, l’11 Marzo 1937, Davies...

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Comments: 0 | Views: 86Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:31)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:29 by: gewalt rotReply

Stalin e le perdite umane sovietiche
della Seconda Guerra Mondiale Imperialista


La borghesia, non rinunciando a nessuna menzogna pur di indurre a credere che il compagno Stalin non accordava alcun valore alla vita umana, non esita a fargli dire il contrario di ciò che in realtà ha detto.
Innanzitutto, occorre ricordare che la borghesia stima le perdite umane "fra i 17 e i 26 milioni per l'Unione Sovietica" (Encarta 2004, Bilancio della Seconda Guerra Mondiale)
A fronte di ciò, la borghesia afferma dunque che "Stalin tenta di minimizzare il salasso in vite umane, riconescendo soltanto 7 milioni di morti" (Encarta 2004; Prezzo e conseguenze della Seconda Guerra Mondiale in URSS)
C'è in tutto questo una parvenza di verità? Per nulla! Non solo Stalin riconosceva che l'URSS aveva subìto perdite ben più pesanti, ma le evocava anche con maggior insistenza per ricordare agli imperialisti inglesi e americani, fautori della guerra, il ruolo decisivo dell’Unione sovietica nella vittoria contro il nazismo.
Così, nella sua "Intervista sul discorso del signor Churchill a Fulton", nel marzo 1946 (meno di un anno dopo la fine della guerra), Stalin ricordava a Churchill che:
«In seguito all’invasione nazista l'Unione Sovietica ha perso – nei combattimenti con i tedeschi, durante l'occupazione e con la prigionia – circa 17 milioni di persone. Altrimenti detto, le perdite dell'Unione Sovietica oltrepassano di molte volte quelle dell’Inghilterra e degli Stati Uniti messe insieme. È possibile che in certi luoghi si possa tendere a dimenticare queste perdite colossali per il popolo sovietico, che hanno permesso la liberazione dell’Europa dal giogo nazista. Ma l'Unione Sovietica non può certo dimenticarle.» (Stalin, Opere, Tomo XVI (1941-1949), NBE, 1975, p.212-213)
Si può notare ancora una volta come la borghesia abbia "ammirevolmente" fatto propria la prassi delle "bugie alla Goebbels"!

Edited by diavoletto nero - 23/7/2011, 18:06
Comments: 0 | Views: 650Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:29)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:28 by: gewalt rotReply

Stalin e il massacro di Katyn


Oleg Shenin - Il ruolo di J.V. Stalin e del Partito Comunista (Bolscevico) dell'Unione Sovietica nella grande guerra patriottica del 1941-1945
www.geocities.com/komintern_doc/komintern022.htm
Con una ostinazione maniacale, la borghesia si industria ad inculcare nella coscienza collettiva il mito delle "crudeltà di Stalin" a proposito dell'esecuzione nell’aprile 1940 – ad opera delle truppe del Ministero dell’Interno nel bosco di Katyn, vicino a Smolensk – di 10.000 ufficiali polacchi. Nel 1993, accecato da un anticomunismo feroce, il regime di Boris Eltsin ha riconosciuto, per interesse politico, questa falsificazione, questa gigantesca provocazione. Infatti, ancor prima della liberazione di Smolensk da parte dell'Armata Rossa, gli esperti internazionali della commissione inviata dai tedeschi avevano avuto modo di constatare che le pallottole nei cadaveri erano di marca tedesca (GEZO, serie D, calibro 7,65). L’8 maggio 1943, il bugiardo patologico Goebbels scriveva nel suo diario: «Purtroppo (che sfortuna) sono state trovate munizioni tedesche nelle fosse di Katyn...Se il nemico è conoscenza di questo fatto, saremo costretti a rinunciare a tutta la storia di Katyn. » L'emigrazione polacca, il "governo in esilio" di Sikorsky, hanno particolarmente insistito in questa versione. Stalin ha energicamente dichiarato: « Sbarazzeremo la Polonia dal Governo emigrato.» Ha categoricamente respinto che esistesse una «pressione sul governo sovietico nell’intento di strappargli rivendicazioni territoriali nei confronti dell’Ucraina sovietica, della Bielorussia sovietica e della Lituania sovietica.» In un colloquio privato, Roosevelt dichiarò che una parte importante del suo elettorato era di origini polacche e baltiche...E benchè «egli fosse personalmente d'accordo con Stalin circa lo spostamento del confine russo-polacco verso ovest ... non poteva appoggiare pubblicamente tale programma in quel momento. »
–––––––––––––––––––––––––––––––––––
Nei primi due anni che seguirono la vittoria sulla Germania, la maggior parte dei giornali mantenne (salvo rare eccezioni) un certo ritegno nelle accuse e negli attacchi velenosi contro l’Unione Sovietica. Ma a partire dal 1947 si scatenò un tale diluvio di infamie che è impossibile contarle, tanto esse furono numerose e quotidiane. La palma del più assiduo spetta senza dubbio al settimanale gollista Carrefour. Quest’ultimo pubblicò una vignetta in cui appaiono due soldati russi, con il caratteristico copricapo mongolo dalla stella rossa, ovviamente trasandati e scheletrici. Non hanno il coltello fra i denti ma un revolver in mano, e a...

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Comments: 0 | Views: 112Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:28)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:27 by: gewalt rotReply

Stalin, un nemico del culto della personalità

Testo apparso in "Gegen Die Stömung", organizzazione per la costruzione di un Partito comunista rivoluzionario tedesco, luglio/agosto 1996, in francese maggio 1998
http://membres.lycos.fr/edipro/page18.htm
Sin dal famoso e controverso "discorso segreto" di Kruscev al XX congresso del PC dell’Unione Sovietica nel 1956, un rimprovero assai noto mosso a Stalin è che egli avrebbe iniziato e imposto al partito un "culto della personalità" votato a lui stesso.
Non si può certo negare che circolassero in Unione Sovietica idealizzazioni e lodi a Stalin ridicolmente esagerate, come pure valutazioni troppo grandi e formali dei suoi meriti e della sua persona, che non di rado sfioravano la retorica.
Tuttavia Stalin era nemico di ogni forma di culto della personalità, e combattè sempre con insistenza l'idealizzazione di singoli individui.
« Lenin ci insegna che possono essere grandi dirigenti bolscevichi solo coloro che sanno sia insegnare agli operai e ai contadini, sia imparare da loro » (Stalin, "Domande sul leninismo", 1939, da noi tradotto a partire dall’edizione tedesca).
Egli ha parlato in modo molto autocritico del proprio lavoro e dei propri errori (vedi Opere di Stalin, Tomo I, la Prefazione dell'autore), combattendo esagerazioni e adulazioni.
Così, in una lettera del 16 febbraio 1938 indizzata alle edizioni "Djestisdat" (Edizioni del libro per bambini) accanto al Komsol, Stalin, interpellato in proposito, si oppose alla pubblicazione di un libro dedicato alla sua persona. Ecco il testo della lettera:
« Mi oppongo energicamente alla pubblicazione del "Racconto sull'infanzia di Stalin". Questo libro contiene innumerevoli affermazioni che non corrispondono ai fatti, deformazioni, esagerazioni e lodi immeritate. Gli autori finiscono per confondere i lettori, sono bugiardi (seppur, forse, in buona fede) e adulatori. So che queste considerazioni risulteranno dolorose per loro, ma un fatto resta un fatto. E non è questo il punto il più importante. Il punto il più importante è che il libro tende ad instillare nella coscienza dei bambini sovietici (e degli uomini in generale) il culto della personalità, il culto del dirigente, il culto degli eroi che non sbagliano mai. Ciò è pericoloso e nocivo. La teoria degli "eroi" e della "massa" non è una teoria bolscevica, ma una teoria dei socialdemocratici. Gli eroi danno risalto al popolo, lo trasformano da una massa in un popolo - affermano i socialdemocratici. È il popolo a dare risalto agli eroi – rispondono i bolscevichi ai socialdemocratici. Ogni libro di qu...

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Comments: 0 | Views: 183Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 21:27)
 

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CAT_IMG Posted on 2/8/2009, 11:11 by: diavoletto neroReply

PERCHE' NON DOVREMMO DIFENDERE STALIN?



Molti lettori scrivono alla Linea Rossa, e domandano perché difendiamo Stalin, perché molto spazio del sito Avanti Popolo! (www.linearossage.it) è a lui dedicato? Perché mai non dovremmo difendere quell'uomo, figlio di un umile ciabattino, che ha vinto sugli sfruttatori? Che in continuità con l'opera iniziata da Lenin ha realizzato il Socialismo, condizionato il sistema capitalista dopo l'annientamento della belva nazifascista, favorendo la creazione del grande Campo Socialista? Stalin è e rimane una dolorosa spina nel fianco della borghesia, di coloro che sostengono l'oscurantismo religioso e la falsità! I signori che reggono la criminale macchina di sfruttamento capitalista, erigono monumenti ai loro ideologhi, ai loro industriali, ai generali, ai campioni del colonialismo e della " Santa Inquisizione", agli effimeri campioni dello sport, ed essi vorrebbero farci tacere, impedire al proletariato, alle masse lavoratrici, alla classe operaia la possibilità di ricordare la loro Storia, i loro maestri e dirigenti. Hanno cancellato dalla carta geografica il nome delle città che li ricordavano, ma Stalingrado resiste, esiste ancora e con essa Leningrado! Abbattano i monumenti di Marx e di Lenin, ricostruiscono chiese e moschee, cambiano i simboli con la scusa di ritornare alle origini (vedi l'albero, la pseudo quercia del pds/ds) mentre, nemmeno in Francia, a Parigi, non c'è una via dedicata al giacobino Robespierre, ma a papi e monarchi assassini ovunque in tutta l'Europa, sì! Noi comunisti marxisti-leninisti continueremo a ricordare e difendere Stalin, gigante della storia e bandiera degli oppressi. Continuino pure lor signori ad aumentare all'inverosimile "i milioni di vittime di Stalin", le loro menzogne già da tempo si ritorcono contro di essi e la verità riaffora: a dispetto dei traditori revisionisti, gli sfruttati, dalla Russia alle Americhe, chissà perché non recepiscono l'ignobile propaganda denigratoria che a cinquant'anni dalla scomparsa del grande dirigente continua martellante. Signori, perché non parlate dei costi che paga l'umanità, la classe operaia, i contadini e l'intero proletariato mondiale, per appagare il vostro lusso, i vostri sperperi? Come mai? Forse pensate che l'imperialismo abbia un volto umano? Quali sono i risultati della nuova economia mondiale, della globalizzazione? Fame e macerie, stermini di interi popoli, guerre fomentate in tutto il mondo, la ricca Africa ridotta all'inedia e all'Aids, il Sudamerica cronicamente indebitato e impoverito dallo sfruttamento delle multinazionali, i popoli arabi inga...

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Comments: 0 | Views: 86Last Post by: diavoletto nero (2/8/2009, 11:11)
 

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CAT_IMG Posted on 31/7/2009, 22:46 by: diavoletto neroReply



Edited by diavoletto nero - 11/7/2011, 22:15
Comments: 0 | Views: 85Last Post by: diavoletto nero (31/7/2009, 22:46)
 

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