Oggi, come ieri, ancora dalla parte di Stalin, oggi, come ieri, ancora comunisti
Affinché l'anniversario della morte di Josif Vissariovic Stalin non rimanga confinata nelle mozioni dell'affetto, o dell'odio, a seconda dello schieramento fazioso, tribale verrebbe da dire, alla luce degli ultimi fatti internazionali, è doveroso affrontare il significato politico che, nell'attualità, costituisce l'eredità del pensiero di questo grande statista.
Il mio intento sarà quindi di sintetizzare, in parole chiave, questo rilevante contributo storico e politico.
1. La via nazionale al socialismo
L'internazionalismo era stata la grande speranza, messianica, dei fondatori teorici e politici dell'idea comunista. Sino alla morte di Lenin vi è una consapevolezza della necessità dell'espansione della rivoluzione bolscevica, dal suo terreno primigenio, asiatico, all'Europa occidentale. Si guarda, in particolare, alla Germania, la cui traballante repubblica di Weimar, è avversata sia da sinistra, sia da destra. Si guarda all'Italia foriera di sindacalismo d'avanguardia, che nel biennio rosso, dal 1919 al 1921, imporrà uno scacco al padronato, con l'occupazione e l'autogestione delle fabbriche.
Non è un caso, però, che queste realtà saranno l'oggetto del più grande esperimento politico del capitalismo moderno: il fascismo. La sconfitta delle sinistre comuniste, come spiega lucidamente Grossweiler nell'opera "l'(ir)resistibile ascesa di Hitler" è in primo luogo dovuta alla crasi tra l'ala riformista socialdemocratica e l'ala massimalista proto-comunista.
Contrariamente all'esperienza storica della rivoluzione d'ottobre, in cui, il patto di desistenza tra menscevichi e bolscevichi è meramente tattico e viene rotto dall'insurrezione leninista, e porta alla successiva soppressione politica dell'ala menscevica (si ricordi la soppressione della duma), in Europa l'incertezza dei comunisti, nel rompere con gli iscarioti alleati, permise alla reazione politica del capitalismo una riconquista del potere.
In questo contesto Stalin seppe valutare, con immediatezza, la degenerazione politica delle socialdemocrazie e dichiarò la via nazionale al socialismo come fase intermedia di un processo rivoluzionario, capace di assestare e potenziare le conquiste della prima rivoluzione socialista della storia. E' bene ricordare sempre che Stalin fu il primo ad essere consapevole del carattere tatticista di questa strategia. I cardini dell'idea consistevano nella considerazione che era necessario, in primo ...Read the whole post... |