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CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 13:52 by: diavoletto neroReply

IOSIF STALIN:
Problemi economici del socialismo nell'URSS

Osservazioni sulle questioni economiche relative alla discussione del novembre 1951


Ho ricevuto tutti i documenti sulla discussione economica svoltasi per giudicare il progetto di manuale di economia politica. Ho ricevuto, tra l'altro, le "Proposte per migliorare il progetto di manuale di economia politica'', le "Proposte per eliminare gli errori e le imprecisioni'' nel progetto, la "Nota informativa sulle questioni in discussione''.
Su tutti questi materiali, come pure sul progetto di manuale ritengo necessario fare le seguenti osservazioni.

1. - Questione del carattere delle leggi economiche nel socialismo.
Alcuni compagni negano il carattere obiettivo delle leggi della scienza, in particolare delle leggi dell'economia politica nel socialismo. Essi negano che le leggi dell'economia politica riflettano le leggi di sviluppo di processi che si compiono indipendentemente dalla volontà degli uomini. Essi ritengono che, data la particolare funzione assegnata dalla storia allo Stato sovietico, lo Stato sovietico e i suoi dirigenti possano abolire le vigenti leggi della economia politica, possano "formare'' nuove leggi, "creare'' nuove leggi.
Questi compagni si sbagliano profondamente. Essi come si vede, confondono le leggi scientifiche, che riflettono i processi obiettivi che si svolgono nella natura o nella società indipendentemente dalla volontà degli uomini, con le leggi che vengono emanate dai governi, create per volontà degli uomini e che hanno solo una forza giuridica. Ma non si può in nessun modo confondere queste leggi.
Il marxismo intende le leggi della scienza, - si tratti di leggi delle scienze naturali o di leggi dell'economia politica, - come un riflesso di processi obiettivi che si svolgono indipendentemente dalla volontà degli uomini. Gli uomini possono scoprire queste leggi, conoscerle, studiarle, tenerne conto nelle loro azioni, utilizzarle negli interessi delle società, ma non possono cambiarle o abolirle. Tanto meno essi possono formare o creare nuove leggi della scienza.
Significa forse questo che, per esempio, i risultati delle azioni delle leggi della natura, i risultati delle azioni delle forze della natura siano in genere irreparabili, che le azioni distruttive delle forze della natura abbiano sempre e dappertutto luogo con una violenza elementare e implacabile, che non possa venir sottoposta alla influenza degl...

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Comments: 0 | Views: 99Last Post by: diavoletto nero (11/7/2011, 13:52)
 

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CAT_IMG Posted on 5/3/2011, 16:02 by: diavoletto neroReply

Oggi, come ieri, ancora dalla parte di Stalin,
oggi, come ieri, ancora comunisti



Affinché l'anniversario della morte di Josif Vissariovic Stalin non rimanga confinata nelle mozioni dell'affetto, o dell'odio, a seconda dello schieramento fazioso, tribale verrebbe da dire, alla luce degli ultimi fatti internazionali, è doveroso affrontare il significato politico che, nell'attualità, costituisce l'eredità del pensiero di questo grande statista.

Il mio intento sarà quindi di sintetizzare, in parole chiave, questo rilevante contributo storico e politico.


1. La via nazionale al socialismo

L'internazionalismo era stata la grande speranza, messianica, dei fondatori teorici e politici dell'idea comunista. Sino alla morte di Lenin vi è una consapevolezza della necessità dell'espansione della rivoluzione bolscevica, dal suo terreno primigenio, asiatico, all'Europa occidentale. Si guarda, in particolare, alla Germania, la cui traballante repubblica di Weimar, è avversata sia da sinistra, sia da destra. Si guarda all'Italia foriera di sindacalismo d'avanguardia, che nel biennio rosso, dal 1919 al 1921, imporrà uno scacco al padronato, con l'occupazione e l'autogestione delle fabbriche.

Non è un caso, però, che queste realtà saranno l'oggetto del più grande esperimento politico del capitalismo moderno: il fascismo. La sconfitta delle sinistre comuniste, come spiega lucidamente Grossweiler nell'opera "l'(ir)resistibile ascesa di Hitler" è in primo luogo dovuta alla crasi tra l'ala riformista socialdemocratica e l'ala massimalista proto-comunista.

Contrariamente all'esperienza storica della rivoluzione d'ottobre, in cui, il patto di desistenza tra menscevichi e bolscevichi è meramente tattico e viene rotto dall'insurrezione leninista, e porta alla successiva soppressione politica dell'ala menscevica (si ricordi la soppressione della duma), in Europa l'incertezza dei comunisti, nel rompere con gli iscarioti alleati, permise alla reazione politica del capitalismo una riconquista del potere.

In questo contesto Stalin seppe valutare, con immediatezza, la degenerazione politica delle socialdemocrazie e dichiarò la via nazionale al socialismo come fase intermedia di un processo rivoluzionario, capace di assestare e potenziare le conquiste della prima rivoluzione socialista della storia. E' bene ricordare sempre che Stalin fu il primo ad essere consapevole del carattere tatticista di questa strategia. I cardini dell'idea consistevano nella considerazione che era necessario, in primo ...

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Comments: 0 | Views: 231Last Post by: diavoletto nero (5/3/2011, 16:02)
 

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CAT_IMG Posted on 17/2/2011, 17:36 by: diavoletto neroReply

Materialismo Dialettico e Materialismo Storico
Joseph Stalin




Il materialismo dialettico è la concezione del mondo del partito marxista-leninista. Si chiama materialismo dialettico perché il suo modo di considerare i fenomeni della natura, il suo metodo per investigare e per conoscere i fenomeni della natura è dialettico, mentre la sua interpretazione, la sua concezione di questi fenomeni, la sua teoria, è materialistica. Il materialismo storico estende i princìpi del materialismo dialettico allo studio della vita sociale, li applica ai fenomeni della vita sociale, allo studio della società, allo studio della storia della società.
Definendo il loro metodo dialettico Marx ed Engels si riferiscono di solito a Hegel, come al filosofo che ha fissato i tratti fondamentali della dialettica. Questo però non vuol dire che la dialettica di Marx e di Engels sia identica a quella di Hegel. In realtà Marx ed Engels hanno preso dalla dialettica di Hegel solo il suo "nucleo razionale", gettando via la corteccia idealistica hegeliana e sviluppando la dialettica, per imprimerle un carattere scientifico moderno.

"Il mio metodo dialettico — dice Marx — non solo differisce dal metodo hegeliano nella base, ma ne è diametralmente l'opposto. Per Hegel il processo del pensiero, che egli trasforma perfino, sotto il nome di Idea, in un soggetto indipendente, è il demiurgo (il creatore) della realtà, la quale è solo la manifestazione estrinseca dell'Idea. Per me, al contrario, l'elemento ideale non è che l'elemento materiale, trasportato e trasposto nel cervello dell'uomo".

Definendo il loro materialismo Marx ed Engels si riferiscono di solito a Feuerbach, come al filosofo che ha ristabilito nei suoi diritti il materialismo. Questo però non vuol dire che il materialismo di Marx e di Engels sia identico a quello di Feuerbach. Marx ed Engels, in realtà, hanno preso dal materialismo di Feuerbach solo il "nucleo essenziale", sviluppandolo in una teoria filosofica scientifica del materialismo e respingendone le sovrapposizioni idealistiche ed etico-religiose. È noto che Feuerbach, pur essendo fondamentalmente materialista, insorgeva contro il termine materialismo. Engels ha dichiarato più di una volta che Feuerbach "malgrado la 'base' [materialistica], non si è ancora liberato dai vecchi impacci idealistici", che "il vero idealismo di Feuerbach salta agli occhi non appena si arriva alla sua filosofia della religione e alla sua etica".

Dialettica deriva dalla parola greca dialego, che significa conversare, polemizzare. Per dialettic...

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Comments: 0 | Views: 511Last Post by: diavoletto nero (17/2/2011, 17:36)
 

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CAT_IMG Posted on 2/1/2011, 21:56 by: diavoletto neroReply

Goodbye Mr Krusciov

Tutte le falsità del XX congresso del PCUS

di G. Furr -



Introduzione

Lo storico Grover Furr da tempo ci ha abituato a grandi opere che sono la vera trasparenza (GLASNOST) di un periodo abbondantemente massacrato dai pennivendoli della storiografia borghese.
In questa opera "La meschinità anti-stalinista / Grover Furr; trad dall’inglese [Eng. V. L. Bobrov]. - Mosca: Algoritmo, 2007. - 464 pagg. - (Enigma dell’ 37)" egli articola smonta con l'obiettività garantita dalle fonti primarie ill castello accusatorio alla figura di stalin in particolare e del marxismo-leninismo in generale, ordito da Krusciov, nel corso del XX congresso, attraverso il celebre "rapporto segreto".
Naturalmente sono riportati solo alcuni, sebbene significativi stralci. L'intenzione nostra consiste nella futura traduzione dell'intero libro. Per il momento vi invito ad una lettura attenta, con occhi liberi da preconcetti partigiani.

Prefazione di Grover Furr

Un anno fa veniva celebrato il 50° anniversario della "relazione segreta" di N. S. Khrusciov,
esposta il 25 febbraio 1956 presso il XX Congresso del PCUS.
Il giornale londinese “Telegraph” caratterizzò la relazione come "il discorso più influente del XX secolo". E nell’articolo pubblicato nello stesso giorno da “New York Times ", William Taubman, il vincitore del Premio Pulitzer nel 2004, assegnato per una biografia di Khrusciov, chiamò la sua esposizione" un eroismo degno ad essere segnato" sul calendario degli eventi.
Vogliamo qui dimostrare l’esatto contrario!
Di tutte le accuse della "relazione segreta", atta direttamente a “smascherare” le azioni di Stalin o di Berija, nemmeno una risulta veritiera. Khrusciov, nel suo discorso, non disse di Stalin e Berija nulla che si rivelasse d’essere vero.
Dimostreremo come il discorso più influente del XX° secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto dell’inganno!
Qualche tempo fa mi venne in mente di rileggere la "relazione segreta" di Khrusciov.
Durante la lettura, ho notato un sacco di assurdità in questa relazione.
Qualcosa di molto simile ne aveva osservate anche J. Arch Getty nella sua fondamentale opera "Le origini...

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Comments: 1 | Views: 331Last Post by: Melanie (17/1/2014, 04:07)
 

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CAT_IMG Posted on 7/10/2010, 14:24 by: diavoletto neroReply

Sulla liquidazione dell'URSS:
fascicoli falsificati
alla base della propaganda anti staliniana



TRADOTTA DALLO SPAGNOLO da Walter MadChef El Nagar il giorno martedì 28 settembre 2010 alle ore 3.14


www.youtube.com/CommunistPartyRF#p/u/64/QGr7eNmyPMY

Viktor Ilyujin (PCFR), vicepresidente del Comitato per lo Sviluppo Costituzionale della Duma e avvocato onorario della Russia, ha denunciato durante la sessione plenaria della Duma, tenutasi in giugno, la falsificazione su grande scala degli archivi sovietici. Ilyujin ha sollecitato ancora una volta, di fronte alla Duma, l'istituzione di un comitato d'indagine per chiarire una volta per tutte la verita sui fatti di Katyn. Infatti, Ilyujin ha proposto di modificare la legislazione e il codice penale russo perche venga introdotta la sanzione per la falsificazione e la frode degli archivi storici.

Ilyujin ha affermato che il suo gruppo parlamentare dispone di informazioni riguardanti la creazione, negli anni 90 del secolo passato, sotto la presidenza Yeltsin, di un poderoso gruppo di esperti in manipolazione e falsificazione dei documenti storici dell'Unione Sovietica e, ovviamente, di documenti inerenti al periodo staliniano.

“sono disposto a dimettermi dalla mia carica di deputato, se Serguéi Mirónenko dimostra che nessun documento di questo fascicolo si riferisce ai fatti storici degli anni 30 e 40 del secolo passato...” ha detto Ilyuhin poco prima che il suo microfono spento, come si puo vedere dal video.

Trascrizione della denuncia del deputato russo (PCFR):

“stimati colleghi: e' opinione comune che la storia la scrivano e la interpretino giornalisti e scrittori. Il qualche modo questa opinione e' corretta. Tuttavia noi disponiamo di tutte le prove per affermare che la storia moderna del nostro paese e' stata scritta anche da falsificatori.

Il nostro gruppo parlamentare dispone di prove che, ovviamente, vanno sottoposte ad un accurata e accorta investigazione parlamentare. Negli anni 90 del secolo passato, durante il mandato e l'amministrazione del presidente Yeltsin, e' stato creato un poderoso gruppo di esperti in falsificazione di documenti storici della Unione Sovietica e, in particolare, di documenti riguardanti il periodo staliniano. L'obbiettivo di questa attivita falsificatoria ha consistito nel discreditare l'opera del governo sovietico e nel creare il paragone tra stalinismo e fascismo.

Detto gruppo fu formato da membri del servizio...

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Comments: 0 | Views: 132Last Post by: diavoletto nero (7/10/2010, 14:24)
 

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CAT_IMG Posted on 5/10/2010, 15:50 by: diavoletto neroReply

Stalin sintetizza in modo grandioso
Leninismo e Marxismo nell'epoca imperialista



Risposta data da Stalin alla prima di dodici domande postegli in un colloquio con la prima delegazione operaia americana avvenuto il 9 settembre 1927. In questa prima risposta Stalin dimostra in modo splendido e in estrema sintesi il rapporto del leninismo con il marxismo spiegando che l'uno non può essere separato e tantomeno contrapposto all'altro ma va considerato come la continuazione e lo sviluppo nell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.


PRIMA DOMANDA.
Quali nuovi principi sono stati praticamente aggiunti al marxismo da Lenin e dal partito comunista? Sarebbe giusto dire che Lenin credeva nella "rivoluzione creatrice" mentre Marx era più propenso ad attendere che lo sviluppo delle forze economiche raggiungesse il punto culminante?

RISPOSTA.
Penso che Lenin non "ha aggiunto" nessun "nuovo principio" al marxismo, cosi come non ha abolito nessuno dei "vecchi" principi del marxismo. Lenin è stato e rimane il discepolo più fedele e coerente di Marx ed Engels, un discepolo che si è basato interamente e completamente sui principi del marxismo.Ma Lenin non è soltanto stato I'esecutore della dottrina di Marx ed Engels. Egli è stato nello stesso tempo il continuatore di questa dottrina.Che cosa significa ciò?Significa che egli ha sviluppato ulteriormente la dottrina di Marx ed Engels in conformità con le nuove condizioni di sviluppo, con la nuova fase del capitalismo, con l'imperialismo. Significa che sviluppando ulteriormente la dottrina di Marx nelle nuove condizioni della lotta di classe, Lenin ha apportato al comune tesoro del marxismo qualcosa di nuovo rispetto a quanto era stato dato da Marx ed Engels, rispetto a quanto si poteva dare nel periodo del capitalismo preimperialistico, e quel che di nuovo ha apportato di Lenin al tesoro del marxismo si basa interamente e completamente sui principi enunciati da Marx ed Engels.Appunto in questo senso noi diciamo che il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.Ecco alcune questioni, sulle quali Lenin ha apportato qualcosa di nuovo sviluppando ulteriormente la dottrina di Marx.In primo luogo, la questione del capitalismo monopolistico, dell'imperialismo, inteso come nuova fase del capitalismo. Nel Capitale Marx ed Engels hanno analizzato le basi del capitalismo. Ma Marx ed Engels vivevano nel periodo del capitalismo premonopolistico, nel periodo della evoluzione senza scosse del capitalismo, della sua "pacifica" diffusione in tutto il mondo.Questa vecchia fase è terminata tra la fine del XIX secolo e l'inizio d...

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Comments: 0 | Views: 138Last Post by: diavoletto nero (5/10/2010, 15:50)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 22:06 by: gewalt rotReply

IL BLUFF DELLA REPRESSIONE STALINIANA



Non si può giustificare innocentemente le tragedie sofferte nella lotta di classe. Ma nessuno ha diritto di trasformare in "eroi" dei mascalzoni, dire fandonie che Stalin si è inventato l'esistenza dei nemici del popolo. Forse che nessuno ha ammazzato i maestri del Komsomol, non ha sparato con la lupara, né tantomeno incendiato i depositi kolkosiani, non ha procurato le esplosioni delle miniere, non ha mai praticato lo spionaggio, non ha mai tradito i militanti clandestini, non è andato a fare l’agente di polizia? Lenin ha detto: "I kulaki sono intransigenti nostri nemici". Dopo la fine della guerra civile lui ha scritto: "9/10 dei specialisti militari sono capaci a tradire in qualsiasi favorevole occasione. Per 10 anni si sono introdotti cospiratori sotto le armi e nell'organismo agricolo di Lev Trozkij.

Dopo l'esilio dal paese lui oltre frontiera dirigeva i traditori del popolo. Ma durante la guerra col fascismo da noi non c'è stata la quinta colonna. Stalin ha interrotto la discussione con gli amanti dei privilegi personali, malgrado su di loro ci fosse il passato rivoluzionario, con decisione ha schiacciato i trasformisti. La rivolta fissata per il 15.05.37 che aveva pianificato il dirigente militare Tuhacev non è riuscita. Perché membri del partito che hanno condotto un lavoro sovversivo contro lo stato sono stati tenuti al loro posto? Perché gli ex rivoluzionari, non sono apparsi ne sofferenti ne disperati, nel processo giudiziario per le opposizioni trotzkiste che hanno dato a rivelare deposizioni particolari uno contro l'altro e coscienziosamente e con diligenza cercavano le più piccole imprecisioni uno contro l'altro? Ci sono dei bolscevichi tipo Stalin, con idee comuniste stabili che disinteressatamente lavorano per quella causa.

E ci sono ambiziosi "comunisti"-imitatori, che sono convinti che per loro merito (oppure per talento) il popolo è obbligato a concedere a loro privilegi. E' sufficiente confrontare il modo semplice di Lenin e Stalin con cui occupavano il più alto posto, e quello dei rinnegati che perfino nel processo hanno dimostrato lente disinvolte maniere come nel bere una tazza di the; e come tranquillamente osservavano il pubblico borghese, dal quale emergeva dalla tasca i giornali dei rappresentanti *dell’osso bianco. Stalin ha continuato la politica di Lenin del smascheramento dei sostenitori della proprietà privata, dei burocrati e arrivisti e ha salvaguardato la purezza del partito. E non ha abbindolato il popolo, ma ha imparato la vigilanza da Lenin e da Dzerzhjnski, ha conservato in quei tempi il primo governo socialista nel mondo. Si, negli anni della guerra hanno evacuato una...

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Comments: 0 | Views: 91Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 22:06)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 22:01 by: gewalt rotReply

Stalin sul patto di non aggressione del 1939


Pubblichiamo di seguito un estratto dal discorso pronunciato da Stalin alla radio il 3 luglio 1941, pochi giorni dopo l'aggressione di Hitler all'Urss scatenata il 22 giugno. In questo passo Stalin spiega i motivi per cui l'Unione Sovietica stipulò il patto di non aggressione con la Germania il 23 agosto del 1939.

(...) La Germania fascista ha violato improvvisamente e perfidamente il patto di non aggressione concluso nel 1939 con l'Unione Sovietica, senza tener conto che tutto il mondo l'avrebbe considerata parte attaccante. è chiaro che il nostro pacifico paese, non volendo assumersi l'iniziativa di violare il patto, non poteva mettersi sulla via della perfidia.
Ci si può domandare: come è potuto avvenire che il Governo sovietico abbia acconsentito alla conclusione di un patto di non aggressione con uomini così perfidi, con dei criminali come Hitler e Ribbentrop? Con ciò il Governo sovietico non ha commesso un errore? Certamente no! Un patto di non-aggressione è un patto di pace tra due Stati. Ed è precisamente un patto del genere che la Germania ci propose nel 1939. Poteva il governo sovietico respingere una tale proposta? Penso che nessuno Stato pacifico possa respingere un accordo di pace con una potenza vicina, anche se a capo di questa potenza vi sono dei criminali e dei cannibali come Hitler e Ribbentrop. E ciò, naturalmente, alla condizione assoluta che l'accordo di pace non menomi né direttamente né indirettamente l'integrità territoriale, l'indipendenza e l'onore dello Stato pacifico. Come è noto il patto di non aggressione tra la Germania e l'Urss è precisamente un patto di questo genere.
Che cosa abbiamo guadagnato concludendo con la Germania il patto di non aggressione? Abbiamo assicurato al nostro paese la pace durante un anno e mezzo e la possibilità di preparare le nostre forze a resistere, qualora la Germania fascista si fosse arrischiata, malgrado il patto, ad aggredire il nostro paese. Ciò costituisce un netto vantaggio per noi e una perdita per la Germania fascista.
Che cosa ha guadagnato e che cosa ha perso la Germania fascista stracciando perfidamente il patto e aggredendo l'Urss? Essa ha ottenuto con ciò una certa situazione di vantaggio per le sue truppe per un breve periodo di tempo, ma ha perso dal punto di vista politico, smascherandosi agli occhi di tutto il mondo come aggressore sanguinario. Non vi può essere dubbio che questo breve vantaggio militare per la Germania è soltanto un episodio, mentre l'immenso vantaggio politico per l'Urss costituisce un fattore serio e duraturo, sulla base del quale debbono svilupparsi decisivi successi militari dell'Esercito rosso nella gue...

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Comments: 0 | Views: 161Last Post by: gewalt rot (4/8/2009, 22:01)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:54 by: gewalt rotReply

Onore all'inedita esperienza socialista dei Gulag


L'applicazione errata della sua giusta linea più volte denunciata e combattuta da Stalin. Falsità e menzogne sui numeri
L'ATTACCO AI GULAG E' L'ATTACCO AL SOCIALISMO REALIZZATO
Nel 2006 è caduto l'ottantesimo anniversario dell'istituzione del lavoro coatto nell'Urss di Stalin come forma organizzata e rieducativa. La struttura dei campi, poi noti come Gulag, nacque infatti nel 1926 nell'arcipelago delle isole Solovetsky, nel Mar Bianco, facente parte della Repubblica sovietica della Carelia. Una ricorrenza importante, che permette a noi marxisti-leninisti italiani di compiere una riflessione di classe su questa esperienza storica compiuta dal primo Stato socialista del mondo, di confutare i cumuli di menzogne vomitati dalla borghesia, dai fascisti, dai trotzkisti, di difendere e rendere onore ancora una volta alle giuste indicazioni e attuazioni di Lenin e Stalin, di contribuire a fare chiarezza su un tema tanto delicato e il più delle volte di ostacolo nell'approccio dei giovani rivoluzionari al socialismo e al marxismo-leninismo-pensiero di Mao.

I Gulag nacquero come risposta socialista al problema delle carceri. Nell'Occidente capitalista la detenzione doveva avere, e l'ha tutt'oggi, un carattere punitivo. Nell'Urss di Lenin e Stalin rivestiva un carattere correttivo e rieducativo. Essi si ispiravano al principio sancito solennemente dalla prima Costituzione della Repubblica socialista federativa russa del 1918 che stabiliva che il lavoro era un dovere per tutti i cittadini della Repubblica dei soviet e proclamava la parola d'ordine: "Chi non lavora non mangia". Come nella società dove tutti, anche i borghesi, dovevano lavorare per vivere, anche nei Gulag il lavoro per la collettività dava diritto all'esistenza e vigeva il principio del socialismo attuato in tutto il Paese: "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo il suo lavoro". Come affermerà Stalin: "Da vergognoso e pesante fardello quale era considerato prima, in Urss il lavoro si è trasformato in questione di onestà, di gloria, di valore e di eroismo".
La stessa detenzione prevedeva tre categorie di lavoratori e tre regimi di rieducazione: privilegiato, leggero e di prima categoria o duro, previa l'esamine della commissione medica che stabiliva se i rieducandi erano in condizione di svolgere un lavoro pesante o un lavoro leggero. Tenendo conto di tali criteri l'amministrazione del campo assegnava quindi le mansioni a ogni detenuto e stabiliva una razione alimentare a seconda della percentuale de...

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Comments: 1 | Views: 269Last Post by: diavoletto nero (11/7/2011, 20:22)
 

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CAT_IMG Posted on 4/8/2009, 21:50 by: gewalt rotReply

L'URSS DALLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
ALLA GRANDE GUERRA PATRIOTTICA


________________________________________


IL FALLIMENTO DELLE RIFORME DALL’ALTO E LA RIVOLUZIONE DEL 1905



Alla fine del XIX secolo la Russia, primo paese del mondo per estensione (se non si considera l’impero britannico) e terzo per popolazione dopo Cina ed India, versava in condizioni di grave arretratezza, economica, sociale e politica.
La gran massa della popolazione era costituita da contadini, detti “anime”. Essi erano stati servi della gleba fino al 1861, anno in cui lo zar Alessandro II (1855-81) firmò 22 decreti che abolivano la servitù e distribuivano la terra: se da un lato quaranta milioni di servi divennero cittadini liberi, dall’altro ricevettero un quantitativo di terra minore di quello che utilizzavano in precedenza e dovettero pagare per il riscatto più di quanto la terra era in grado di produrre. Il risultato fu la costituzione di una massa di miserabili, l’impoverimento delle campagne e il rafforzamento del legame delle comuni rurali vincolate al pagamento collettivo del riscatto. Ciò provocò un notevole aumento della collera nei confronti dello zar.
Nella seconda metà del secolo la Russia conobbe una rapida industrializzazione, gli operai triplicarono rispetto al 1825, le ferrovie passarono dai 1.066 km del 1861 ai 22.403 del 1880, ma tutto ciò si svolse sotto il patrocinio dello Stato o del capitale straniero (in particolare francese), il che determinò la formazione di piccole concentrazioni ad alta tecnologia (Pietroburgo, Mosca) ma impedì la nascita di una classe borghese autoctona, in quanto la nobiltà, benché ricca (i cosiddetti “magnati”), non disponeva dei capitali sufficienti ed era totalmente subordinata al potere dispotico dello zar.
Il fallimento della riforma dall’alto suscitò notevoli reazioni organizzate. Le principali correnti di opposizione allo zarismo erano costituite dall’anarchismo, impersonato da Michail Bakunin e da Petr Kropotkin, che portò all’assassinio dello zar nel 1881 a cui successe Alessandro III (1881-94), dal populismo dei narodniki, che guardavano al popolo e in particolare alle masse contadine come soggetto di rinnovamento e che praticavano anch’essi il terrorismo (posizioni che verranno in seguito fatte proprie dal Partito socialista-rivoluzionario), e dal marxismo rivoluzionario, diffusosi in Russia tramite il gruppo Emancipazione del ...

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