Nel suo RAPPORTO SEGRETO, Chruscev disse::, (di Giovanni Apostolou)

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diavoletto nero
CAT_IMG Posted on 24/1/2016, 15:33




Nel suo RAPPORTO SEGRETO, Chruscev disse:


"Esisteva una pratica viziosa, quando nel NKVD venivano compilate delle LISTE degli individui i cui casi erano da considerarsi alla valutazione presso il Collegio Militare, e per essi veniva predeterminata a priori la misura di punizione.
Tali ELENCHI venivano inviati a Stalin personalmente da Ezov per l’autorizzazione delle sanzioni proposte.
Nel 1937-1938, a Stalin furono inviate 383 di tali ELENCHI su migliaia di funzionari del partito, sui cittadini sovietici, sui giovani del Komsomol, sui militari e sui lavoratori nelle sfere per la gestione dell’economia nazionale, e avevano ricevuto la loro sanzione" (si veda: http://stalin.memo.ru/spiski/pg05245.htm: non c'è niente di strano che il Procuratore arrivava in sede giudicante, avendo a portata di mano non solo le prove della colpevolezza dell’accusato, ma anche le raccomandazioni sulle misure della condanna, nel caso di riconoscimento della colpevolezza; come viene notato, al livello archivistico, all’esame venivano forniti le LISTE soltanto dei membri del partito, e mai di quelli che non ne appartenevano).
Gli originali di tali ELENCHI esistono.
Sono stati preparati per la stampa e pubblicati prima nei Compact Disk e inseguito emesse in Internet come “LE LISTE DELLE FUCILAZIONI DI STALIN” (si veda: http://stalin.memo.ru/images/intro1.htm).
Ahimè, il nome stesso è impreciso e tendenzioso, in quanto le LISTE, generalmente parlando, non erano state “di fucilazioni”.
Gli storici antistalinisti (alias anti-comunisti) descrivono le LISTE come delle condanne fabbricate in anticipo.
Tuttavia, proprio i loro studi-ricerche-commenti dimostrano tutta la inconsistenza di tali accuse.
In realtà, negli ELENCHI veniva citato il Verdetto di massima pena, che poteva essere imposto dalla Corte Giudicante in caso di condanna dell’accusato, vale a dire che lì veniva indicata la massima misura possibile di condanna per un preciso reato in quanto tale, e non il Verdetto vero e proprio.
Ci sono casi in cui gli individui esistenti nelle LISTE non venivano condannati o il Verdetto della condanna era assai meno grave della pena massima per un reato indicata nell’ELENCO (che alla fin fine e salvava queste persone dalla fucilazione).
Ad esempio, citato nella RELAZIONE di Khruscev e che ha vissuto fino al XX congresso, A. V. Snegov era finito per due volte negli ELENCHI (prima volta nell’ELENCO del 7 Dicembre 1937 per la Regione di Leningrado e per la seconda volta nell’ELENCO del 6 Settembre 1940 (si veda: http://stalin.memo.ru/spiski/pgl3026.htm) ).
In ambedue i casi, Snegov era stato segnalato come l’appartenente alla "CATEGORIA 1" di condanna, vale a dire che nel suo caso si sarebbe potuta applicare anche la pena capitale (la fucilazione).
Al secondo ELENCO in cui c’è il nome di Snegov è allegata una sintesi delle prove accusatorie, e si sente che di queste prove c'è ne erano molte di più.
Tuttavia Snegov non fu condannato a morte, ma era stato condannato a una lunga detenzione in un campo di lavoro.
Così, Khrusciov sapeva che Stalin non pronunciava le "condanne", ma prendeva in visione gli ELENCHI per possibili obiezioni.
A Khrusciov questo era sicuramente noto, in quanto vi è rimasta conservata una lettera a lui indirizzata dal Ministro degli Affari Interni dell’URSS, del 3 Febbraio 1954.
In questa lettera, del fatto sui "verdetti fabbricati a priori" non c’è una sola parola, invece si afferma esplicitamente che "negli Archivi del Ministro degli Affari Interni dell’URSS vi sono trovate 383 LISTE delle persone, che debbono essere sottoposte al giudizio del Collegio Militare della Corte Suprema dell’URSS".
Queste LISTE (ELENCHI) erano stati redatti negli anni 1937-1938, dalla NKVD, e nello stesso periodo (allora) anche presentate al Comitato Centrale del VKB (per l’esame).
Khrusciov aveva nascosto il fatto che non era stato Stalin, ma fu lui stesso (in modo diretto) coinvolto nel redigere degli ELENCHI con l'indicazione raccomandata della categoria di punizione.
Khrusciov fa riferimento alla NKVD, indicando che gli ELENCHI sono stati redatti proprio lì.
Ma egli accuratamente cela che la NKVD operava fianco a fianco con la dirigenza locale del VKB e che il numero considerevole di persone in quelle LISTE, probabilmente anche la maggioranza e maggiormente che nelle altre località dell’URSS, abitasse esattamente là, dove in quel periodo spadroneggiava Khrusciov.
Fino al Gennaio 1938, Khrusciov fu il Primo Segretario dei Comitati di Partito Regionale, nonché cittadino di Mosca, e più tardi il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista (Bolscevico) di Ucraina.
La sua lettera a Stalin, con la richiesta di fucilazione di 6.500 persone, porta la data:
10 Luglio 1937.
Ma la stessa data è posta sulle "LISTE DELLE FUCILAZIONI DI MOSCA" di Mosca e della Regione di Mosca.
Nella lettera a Stalin, Khrusciov conferma la propria partecipazione alla "Troika" (al trio), cui ebbe il potere di selezionare individui soggetti alle repressioni.
Dello stesso "trio" facevano parte:
S. F. Redens (il capo della NKVD nella Regione di Mosca) e K. I. Maslov che era il Sostituto Procuratore della Regione di Mosca (Khrusciov ammette (acconsente?) che "nei casi necessari" egli sarebbe stato potuto essere sostituito dal Secondo Segretario, A. A. Volkov).
Volkov rimase in carica di Secondo Segretario del MK-VKP (B) soltanto sino all'inizio del mese di Agosto dell’anno 1937, e così smise di essere subordinato a Khrusciov, il fatto che probabilmente gli salvò la vita (Volkov, l'11 Agosto 1937, è stato eletto Primo Segretario del Partito Comunista (Bolscevico) di Bielorussia, e dall'Ottobre 1938 al Febbraio 1940 occupò la carica del Primo Segretario del Comitato Regionale del VKP (B); a giudicare da tutto, morì di morte naturale nel 1941 o nel 1942; un dettagliato racconto su Volkov vi era pubblicato nel giornale LA BIELORUSSIA SOVIETICA del 21 Aprile 2001; si veda anche: http://sb.by/article.php?articleID=4039; Maslov è rimasto in carica di Procuratore per la Regione di Mosca sino al Novembre del 1937: nel 1938 fu arrestato e nel Marzo 1939 fu giustiziato con l'accusa di sovversione controrivoluzionaria; la stessa sorte toccò K. I. Mamontov, cui dapprima ha preso il posto di Maslov, e poi fu fucilato con egli nello stesso giorno; non sfuggì alla pena capitale neppure Redens: nel Novembre del 1938 fu arrestato come partecipante ad un "gruppo sovversivo e di spionaggio polacco", e fu processato e per il Verdetto della Corte fu giustiziato il 21 Gennaio 1940; sulle pagine del loro libro, Jansen e Petrov menzionano Redens come uno degli "uomini di Ezhov"; durante il cosiddetto "disgelo”, Redens, su insistenza di Khrusciov, fu riabilitato, ma con tale flagranti violazioni delle normative legislative che nel 1988 fecero in modo che la riabilitazione di Redens era stata abolita (revocata) ).
In altre parole, ad eccezione di Volkov, tutti i più stretti collaboratori di Khrusciov cui presero parte nelle repressioni a Mosca e nella Regione di Mosca, ebbero le pene (punizioni) degne delle loro azioni.
Ma in quale modo riuscì a sfuggire la punizione a Khrusciov?
Mistero ...
Disse ancora Chruscev nel RAPPORTO SEGRETO:
"E' noto il risanamento che nelle organizzazioni del partito apportarono le disposizioni del Comitato Centrale del VKB al Plenum del Gennaio (1938).
Tuttavia le repressioni continuavano anche nel 1938".
Qui Khrusciov fa soltanto allusione (ma più chiaramente articola il suo pensiero più tardi) che il volano delle repressioni veniva azionato proprio da Stalin.
Ma le attestazioni (gli elementi di prova) documentate, al contrario, ci stanno ostinatamente dicendo che le repressioni venivano gonfiate da Ezov e da un gruppo dei Primi Segretari, a cui Khrusciov prese parte come uno dei principali "repressori”.
Stalin e la parte della Direzione Centrale del VKB (che non fu coinvolta nella cospirazione) cercava di ridurre e mettere sotto controllo tutto lo svolgere delle repressione.
Alla fine, sono riusciti a ottenere pene severe per coloro contro cui sono stati ottenuti prove del coinvolgimento nella fabbricazione dei casi atti ad eliminazione delle persone innocenti.
Getty e Naumov fecero un'esauriente analisi della documentazione (dei materiali) del Plenum del VKB del Gennaio 1938.
Dalla loro approfondita ricerca, risulta che Stalin e i leader del Comitato Centrale del Partito Comunista (Bolscevico) furono estremamente preoccupati per il problema delle repressioni incontrollate.
Proprio per questo motivo, e in sede di questo plenum, Postyshev era stato rimosso dal suo incarico.
Un esame approfondito di questa materia si trova nel libro di R. Thurston (Uspebskij in quanto ricercato per tutta l'URSS fu arrestato soltanto il 14 Aprile del 1939; secondo alcune informazioni, Ezov aveva origliato una conversazione telefonica fra Stalin e Khrusciov, dopo di che avvertì Uspenskij; indipendentemente dal fatto in che cosa consistette il reato personale di Uspenskij, la responsabilità per la fabbricazione delle accuse contro le persone innocenti, lui le deve condividere con Khrusciov in quanto ambedue erano i membri della stessa "Trojka"; nei materiali (nei documenti) degli interrogatori di molti arrestati vi è detto che, seguendo le istruzioni di Ezov, Uspenskij falsificava i DOSSIER su vasta scala) in cui si conferma il fatto che Stalin stesse cercando di tenere a freno i Primi segretari, l'NKVD e le stesse repressioni in quanto tali.
Al Plenum del Gennaio 1938, Malenkov ovviamente, facendo eco a Stalin, fece una RELAZIONE sulle espulsioni non autorizzate in massa dal Partito Comunista dei compagni nella Regione di Kuibyshev.
Bisogna considerare soltanto che la colpa di questi atti era stata scaricata su Postyshev.
La RISOLUZIONE del Comitato Centrale del VKB del 9 Gennaio 1938 accusò egli di "errori", per cui ricevette la nota di biasimo ed era stato sollevato dai suoi incarichi del Primo Segretario del Comitato Regionale di Kuibyshev.
I. A. Benediktov, che ebbe incarichi chiave negli anni 1938-1958, nella gestione dell'agricoltura dell'URSS (Commissario del Popolo per l’Agricoltura, e dopo Ministro dell'Agricoltura) che spesso partecipò alle riunioni del Comitato Centrale e del Politburo, sottolinea, riferendosi al Plenum di Gennaio, che Stalin cominciò a correggere le illegalità commesse nel corso delle repressioni.
Nel Gennaio del 1938, a capo del Commissariato del Popolo degli Affari Interni della Repubblica Socialista di Ucraina (RSS Ucraina), ebbe la carica A. I. Uspenskij, ma entro la fine dello stesso anno a Mosca era divenuto noto come criminale.
Avvertito da Ezov, il 14 Novembre del 1938, Uspenskij sfuggì all’arresto che incombeva sulla sua testa, finse il suicidio e passò in clandestinità.
Infine disse Chruscev nel RAPPORTO SEGRETO:
"Quando Stalin diceva che qualcuno dove essere arrestato si doveva prendere per fede che questo era un "nemico del popolo".
Mentre la banda di Berija, che spadroneggiava nella NKVD, usciva dalla pelle per dimostrare la colpevolezza delle persone arrestate e la correttezza dei materiali (accusatori) da esso fabbricati”.
È una bugia.
R. Thurston scrive dettagliatamente del fatto di come Khrusciov aveva travisato il senso di quello che era effettivamente accaduto quando Berija divenne il capo del NKVD.
Il suo arrivo (nel NKVD), secondo le parole dello storico, generò "l’impressionante liberalismo” : cessarono le torture ai prigionieri, furono restituiti i loro legittimi diritti legislativi.
I complici di Ezov persero i loro incarichi, molti di essi furono accusati ed ebbero dei processi da cui vennero giudicati come dei colpevoli per aver effettuato delle repressione illegali.
In conformità con la RELAZIONE della Commissione a capo di Pospelov, gli arresti scesero bruscamente: negli anni 1939-1940, il loro numero era sceso al più del 90 % rispetto agli anni 1937-1938.
Il numero delle esecuzioni nel 1939-1940 era sceso al di sotto dell'1 % al confronto degli anni 1937-1938.
Berija prese su di sé la gestione del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni nel Novembre 1938 e, quindi, il suindicato lasso di tempo combacia perfettamente col periodo in cui tutte le redini del governo "degli organi di sicurezza" (NKVD?) sono state concentrate nelle sue mani.
Krusciov aveva usato la RELAZIONE della Commissione di Pospelov
per il suo "RAPPORTO SEGRETO", e quindi non poteva non sapere questi fatti, ma decise di non farne alcun riferimento in modo da non dare all’auditorio un benché minimo motivo di dubitare nella interpretazione proposta da lui di questi eventi storici.
Proprio mentre Berija era stato a capo della NKVD vi ebbero luogo dei processi a carico di quelli che furono accusati di illeciti repressioni, di esecuzioni in massa, di torture e di falsificazioni delle cause penali.
Krusciov lo sapeva, ma anche questo lo tenne nascosto.
Nuove e importanti informazioni riguardano poi le vittime.
Gli storici russi Zemskov, Dugin e Klevniuk hanno potuto disporre dei dati di archivio, e comunicarli in numerosi articoli e libri.
Specialmente informato e rigoroso il primo (membro dell’Istituto di Storia dell’Accademia delle Scienze Russa) : egli ha pubblicato le sue ricerche nei primi anni 90, alla fine e dopo il crollo dell’URSS, avendo accesso agli Archivi del Ministero dell’Interno (MVD-KGB), del precedente Commissariato del Popolo agli Interni (NKVD), della Polizia di Stato (OGPU-NKVD), degli Organi Giudiziari.
Le cifre complessive furono pubblicate da Zemskov, Getty e Rittesporn in AMERICAN HISTORICAL REVIEW (21 Giugno 1994).
Dal 1921 al 1953 furono condannate per attività controrivoluzionaria circa 4.000.000 di persone, delle quali 780.000 furono fucilate.
Nei Campi di Lavoro, Colonie Penali e prigioni morirono 600.000 detenuti politici.
Si possono calcolare pertanto in 1.400.000 i morti per motivi politici nell’URSS dalla fine della guerra civile alla morte di Stalin.
Sono come è evidente cifre pesanti, ma ben lontane da quelle riferite dai vari Conquest, Medvedev, Solzhenitzin, che oscillano tra 10.000.000 e 40.000.000 milioni di esecuzioni.
Nel Sistema Penale sovietico i condannati potevano, nei casi più gravi, essere inviati nei Campi di Lavoro Forzato (GULAG), per reati meno gravi nelle Colonie di Lavoro, dove i condannati erano impiegati nelle fabbriche o nell’agricoltura e percepivano un regolare salario, o in particolari zone di residenza con proibizione di risiedere in alcune città, in genere Mosca o Leningrado.
In quest’ultimo caso godevano in genere dei diritti politici.
In attesa della sentenza gli accusati erano tenuti nelle prigioni.
Il totale dei condannati nei GULAG oscillò tra un minimo di 510.000 nel 1930 a un massimo di 1.711.202 nel 1952.
I condannati presenti nei GULAG, Colonie di Lavoro e prigioni oscillarono fra 1.335.032 del 1944 e 2.56.351 del 1950.
Mancano i dati complessivi fino al 1939, quando si raggiunse la cifra generale di 2.000.000.
Le cifre, drammatiche, ma di gran lunga inferiori a quelle proposte da “storici” di parte e privi di documentazione, debbono essere completate dai dati sulla mortalità e meritano qualche commento.
La mortalità generalmente oscillante intorno al 3 % annuo toccò punte elevate nel 1942 e 1943, 17 % , durante il periodo bellico, quando anche le condizioni alimentari, igieniche, di salute della popolazione civile peggiorarono drammaticamente.
Al tempo stesso la popolazione dei GULAG diminuì drasticamente, perché molti condannati furono arruolati nell’esercito.
Il forte incremento degli anni postbellici è in parte da attribuire alla presenza di prigionieri di guerra, condannati per diserzione e collaborazione con gli occupanti tedeschi.
E’ comunque interessante notare che la popolazione detenuta nel suo complesso arrivò a toccare al massimo il 2,4 % della popolazione adulta.
Nel 1996 erano detenuti negli USA 5.500.000 persone cioè il 2,8 % della popolazione adulta.
E’ appena il caso di sottolineare che si tratta di due situazioni completamente diverse: da una parte un paese uscito da una guerra mondiale e civile, combattute sul suo territorio, sede di un drammatico rivolgimento sociale, impegnato in una lotta mortale per la sopravvivenza, prima con un gigantesco sforzo di edificazione economica e culturale, poi in una guerra vittoriosa a prezzo di immense perdite materiali e umane.
Dall’altra il paese più ricco e tecnologicamente del mondo, che pur partecipando alle due guerre mondiali non ebbe un centimetro quadrato toccato dal nemico, soffrì perdite umane di gran lunga inferiori e trasse non pochi vantaggi economici dalle guerre stesse.
Le statistiche, finalmente disponibili, ci dicono anche che la grande maggioranza dei condannati (80-90 %) nei GULAG riceveva pene inferiori a 5 anni, meno del 1 % superiori a 10.
Vanno anche ricordati i provvedimenti di Amnistia, i più larghi dei quali, che interessarono oltre un milione di detenuti, nel 1945 e nel 1953.
Credo che qualunque paragone con i campi di concentramento nazisti sia un offesa alla verità.
Li i deportati erano destinati, se ebrei, rom o di razze considerate inferiori, a morte certa.
Nessun Tribunale aveva decretato la loro condanna.
Le pene non prevedevano un termine, non c’erano Amnistie.
Non c’era la possibilità di revisione della condanna e di riabilitazione, come anche in epoca staliniana avvenne per non pochi condannati: per quanto dure potessero essere le condizioni nei GULAG (e mi riferisco alle memorie di Ginsburg, Larina, Corneli, Solzhenitsin e ad una infinita memorialistica sull'argomento), non erano paragonabili a quelle dei lager nazisti.
Non era infrequente che condannati che avevano scontato la pena restassero a lavorare come liberi nelle strutture produttive dei campi o nelle Colonie di Lavoro.
Infine i politici rappresentarono costantemente non più del 25-30 % dei condannati.
Nel 1934 gli internati politici nei GULAG erano tra i 127.000 e i 170.000 e non 5 milioni.
Il numero esatto di tutti i detenuti nei campi di lavoro, ossia i detenuti politici e comuni insieme, era di 510.307.
Sull'insieme dei detenuti, non c'era che tra il 25 % e il 33 % di politici, e non 4.850.000.
Il numero dei detenuti politici oscillò tra un minimo di 127.000 nel 1934 e un massimo di 500.000 durante i due anni di guerra, nel 1941 e nel 1942.
Si trovavano in media tra 236.000 e 315.000 detenuti politici.
Dal 1936 al 1939, il numero dei detenuti nei campi aumentò di 477.789 persone (passando da 839.406 a 1.317.195) e non ci furono, come insinua la storiografia anticomunista, 7 milioni di detenuti politici.
I decessi nei GULAG in due anni furono 115.922 e non 2.000.000:
116.000 persone erano morte per cause naturali e non morirono perché, come dice la propaganda storiografica anticomunista, ci fu oltre un milione di esecuzioni.
Ai tempi rivoluzionari di Stalin, nel 1951 (anno che vide il maggior numero di detenuti nei GULAG) c'erano 1.948.158 detenuti comuni.
Il numero reale di detenuti politici era allora di 579.878 e non dai 12 ai 13 milioni di persone.
La maggior parte dei "politici" erano individui che avevano collaborato coi nazisti:
334.538 erano stati condannati per tradimento.
Un gran baccano velenoso viene sollevato artatamente sul numero dei detenuti nei GULAG, sposando cifre fantasiose di decine e decine di milioni avanzate da controrivoluzionari e anticomunisti storici russi e non solo.
In realtà nel 1921 erano 70 mila su una popolazione di oltre 135 milioni e nel momento della massima espansione, all'inizio degli anni 50, i detenuti furono all'incirca 2 milioni e mezzo su una popolazione di più di 200 milioni.
Basti pensare che dopo l'implosione dell'URSS nel 1991 il numero dei detenuti delle Colonie Penitenziarie non ha smesso di aumentare e supera oggi il milione nella sola Federazione Russa, assai meno popolata dell'URSS socialista nell'epoca di Stalin.
I borghesi e gli anticomunisti non prendono volutamente in considerazione che dal 27 Giugno 1929 il Politbjuro dell'URSS adottò il significativo provvedimento per cui tutti i detenuti condannati a una pena superiore ai tre anni sarebbero stati trasferiti, da quel momento in avanti, nei Campi di Lavoro Collettivi.
E nemmeno che la collettivizzazione socialista delle campagne e la relativa lotta di classe contro i Kulaki, portò nel 1930 300.000 contadini ricchi antisovietici nei GULAG.
Secondo V. N. Zemskov (un ricercatore russo contemporaneo fortemente anticomunista) sembra che il numero dei contadini borghesi esiliati o fatti allontanare dalle loro case originali, non ha superato il milione e mezzo di Unità.
Le ricerche sulle "repressioni staliniane" hanno constatato che le repressioni di massa non esistettero per niente !
Può suonare strana adesso questa affermazione, ma è proprio così !
Nel 1938, secondo gli ARTICOLI DI LEGGE PER I REATI DI ATTIVITÀ CONTRORIVOLUZIONARIA, dagli organi del NKVD furono arrestate 52.372 persone.
Durante l’inquisitoria e i processi da parte degli organi giudiziari a queste persone, sono state condannate:
2731 persone di cui furono condannate alla pena capitale per fucilazione 89 persone e 41.641 furono assolte da ogni accusa.
Questa grande quantità di gente assolta dimostrò che Jezov e altri della sua cricca, come anche le spie insinuatasi negli organi di sicurezza, in tanti casi arrestavano gente innocente.
Il loro intento fu di sbarazzarsi dei migliori quadri dello Stato, e per questo furono fucilati !
Da dove allora si è arrivati al numero di un milione e mezzo di arrestati, ecct.?
Questo è il risultato della diretta falsificazione !
Khruscjov creò una Commissione presso il Politburo, sotto la guida dal cosiddetto Svernik, membro del Politburo, il quale commise un falso.
Egli mischiò gli arrestati per motivi politici con i delinquenti comuni.
Così si arrivò a quel numero !
Se si controllasse quale era la percentuale nei GULAG dei detenuti per motivi politici, si ha un quadro del tutto differente.
Peraltro tre aspiranti russi al Dottorato in Scienze della Storia, tre Colonnelli, si sono occupati di uno scrupolosissimo studio su questa questione.
Gli stessi loro risultati erano stati pubblicati in uno dei numeri della rivista "LA STORIA MILITARE".
Nel corso della purga del 1937-1938 furono fucilate circa 700.000 persone ed espulsi oltre 100.000 membri del partito, in buona parte finiti davanti al Plotone di Esecuzione.
E' falso il fatto che nella Grande Purga la vecchia guardia bolscevica fu colpita: dei 24.000 iscritti nel Partito Bolscevico prima del 1917 ne sopravvivevano 12.000 nel 1922, 8.000 nel 1927, meno di 5.000 (cioè tra 4.500 e 5.000) nel 1939, dopo la Grande Purga.
Dei 420.000 membri del Partito Bolscevico nel 1920 ne rimanevano 225.000 nel 1922, 115.000 nel 1927, 90.000 nel 1939.
182.600 furono gli iscritti al Partito Bolscevico prima del 1920, dei quali 125.000 erano presenti nel 1939.
Secondo lo storico russo anticomunista Brzezinski nel 1934 c'erano 182.600 "vecchi bolscevichi" nel partito, cioè membri che vi avevano aderito al più tardi nel 1920.
Nel 1939 se ne contavano 125.000.
La grande maggioranza, il 69 % , era quindi rimasta nel partito.
C'era stata, durante quei cinque anni, una perdita di 57.000 persone, cioè il totale di 31 % .
Alcuni erano morti per cause naturali, altri erano stati espulsi, altri ancora giustiziati.
E' chiaro che i "vecchi bolscevichi" cadevano, durante l'epurazione, non perché fossero "vecchi bolscevichi", ma a causa del loro comportamento politico revisionista, controrivoluzionario e antisocialista.
Il numero dei Delegati e dei membri del Partito Bolscevico al XVII congresso che sono stati giustiziati sono stati 98 su un totale di 139, ma ci sono una serie di diverse categorie di questi Delegati che sono stati condannati:
- Alcuni di questi Delegati sono stati condannati per reati gravi nei processi pubblici di Mosca (Bucharin, Iagoda, Tukhachevsky e altri), ma si ha più documentazione sui loro casi che su tutti gli altri.
- Alcuni sono stati condannati, ma le prove di accusa non erano state presentate nei processi pubblici: per la maggior parte di questi si ha una documentazione scarsissima, in alcuni casi praticamente nulla.
- Alcuni erano responsabili per le repressioni di massa:
Ezhov, Kosarev e altri insieme a Ezhov ed Eiche e Postyshev erano tra gli altri, ma ci sono alcune prove (anche se non abbondanti) su alcuni di questi, ma ci sono più elementi di prova circa Ezhov.
- E' possibile che alcuni sono stati giustiziati a causa di accuse false di Ezhov: può essere possibile, ma però non si può dimostrare, perché ancora una volta i documenti sono stati tenuti segreti.
Tra il 1937 e il 1938, durante la "Grande Purga", furono espulse dal partito 278.818 persone, un numero molto inferiore rispetto agli anni precedenti.
Nel 1933 ci furono 854.30 espulsioni, nel 1934 se ne contarono 342.294, nel 1935 il numero fu di 281.872 e nel 1936 ce ne furono 95.145.
Bisogna sottolineare il carattere specifico delle epurazioni nei differenti periodi presi in considerazione: a differenza delle epurazioni normali, la "Grande Purga" colpì soprattutto i quadri all'interno del partito.
Dal Novembre 1936 al Marzo 1939, ci furono meno di 180.000 espulsioni dal partito: questa cifra tiene conto del numero di persone reintegrate.
Prima della Riunione Plenaria del Gennaio 1938, ci furono 53.700 APPELLI contro le espulsioni, nell'Agosto 1938 erano stati registrati 101.233 nuovi APPELLI: in quel momento, su un totale di 154.933, i Comitati del VKB ne avevano già esaminati 85.273, il 54 % dei quali era stato accolto: perciò è falso il fatto che l'epurazione fu "organizzata ciecamente e deliberatamente da un dittatore".
Nel suo libro del 1968, dal titolo "I MEMBRI DEL PARTITO COMUNISTA IN URSS. 1917-1967", T. H. Rigby ha calcolato che il numero massimo di membri del partito che avrebbero potuto essere "eliminati", tra il Novembre 1936 e il Marzo 1939, era di circa 180.000.
Questo include quanti si sono dimessi o sono stati espulsi per qualche ragione (la passività, l’analfabetismo politico, ecct.) così come coloro che sono stati arrestati e processati.
Oleg Mozokhin, un ricercatore per l’FSB (il successore del KGB), ha pubblicato i dati relativi al numero dei membri e dei candidati del partito e del Komsomol, l’organizzazione giovanile del partito, per il 1937 e il 1939:
- 1937:
1) Ex membri e Candidati Membri del partito tratti in arresto:
55.428.
2) Ex membri e candidati del Komsomol tratti in arresto:
8.211.
3) Totale:
63.639.
- 1939:
1) Ex membri e Candidati Membri del partito tratti in arresto:
5.387.
2) Ex membri e candidati del Komsomol tratti in arresto:
3.517.
3) Totale:
8.904.
Mozokhin non propone alcuna analisi dettagliata del partito per il 1938.
Dal momento che il numero totale di esecuzioni nel 1937 e nel 1938 è stato simile, si può supporre che il totale per quell’anno era in linea con quello del 1937.
Ciò suggerirebbe un numero totale di membri ed ex membri, candidati ed ex candidati, tanto del partito quanto del Komsomol, di 136.000 arrestati, nella quale cifra sono inclusi tutti gli arresti, indipendentemente dalla loro motivazione, nel corso del triennio 1937-1939, cioè gli anni della "Ezhovshchina" ( = "i brutti tempi di Ezhov"), per il quale Conquest ha inventato il soprannome "il terrore".
Queste cifre corrispondono abbastanza bene a quelle proposte da Rigby per quanto riguarda le espulsioni, dal momento che molti degli espulsi non vennero arrestati.
Disponibili per noi oggi sono le "LISTE STALIN", che riguardano soprattutto i membri del partito con le cifre corrette: eliminando i nomi duplicati, si contano circa 40.000 nomi, di cui non tutti vennero giustiziati.
Se la mitologia anticomunista storiografica fosse stata corretta, ciò avrebbe significato che almeno due terzi di un milione di membri del partito sarebbero stati giustiziati durante il triennio 1936-1939 (dato che questo è il periodo considerato).
In realtà, grazie allo studio di Mozokhin (pubblicato nel 2005), abbiamo i numeri totali di tutte le persone arrestate:
- 1936: numero totale di persone arrestate:
131.168.
- 1937: numero totale di persone arrestate:
936.750.
- 1938: numero totale di persone arrestate:
638.509.
- 1939: numero totale di persone arrestate:
145.407.
- Totale persone delle arrestate nel1936-1939:
851.834.
Questi i numeri delle persone giustiziate durante gli anni indicati:
- 1936: numero totale di persone giustiziate:
1.118.
- 1937: numero totale di persone giustiziate:
353.074.
- 1938: numero totale di persone giustiziate:
328.618.
- 1939: numero totale di persone giustiziate:
2.601.
- 1940: numero totale di persone giustiziate:
1.863.
- Totale delle persone giustiziate nel 1936-1940:
687.27.
Ciò significa un totale di 685.411 persone che sono state condannate per essere giustiziate durante il periodo 1936-1939.
Questa cifra totale non riguarda solo i membri del partito, ma tutti i giustiziati.
Il totale per il 1937-1938 è di 681.692.35.
Sulla base delle fonti attualmente disponibili (probabilmente incomplete) si può dire che con l’ORDINE NUMERO 0447, oltre a successivi aumenti dei limiti noti, Mosca ha dato il permesso di fucilare circa 236.000 condannati.
Sono abbastanza certo che circa 386.798 persone sono state effettivamente fucilate, e che altre 151.716 lo sono state senza però che al momento sia stata documentata la loro approvazione da parte dell’NKVD o del Politburo.
La discrepanza tra le cifre di Mozokhin e quelle che io ho riportato può dipendere dalle cifre dell’NKVD per il 1937 e 1938, mentre quelle che ho riportato io provengono dall’ORDINE NUMERO 00447, emanato il 30 Luglio 1937, ma che era parte di un’Operazione per legalizzare la repressione iniziata attorno al 3 Luglio 1937.
Io mi riferisco a questo ordine come al NUMERO 00447, che rimase in vigore fino al 17 Novembre 1938, quando l’ORDINE NUMERO 00447 venne revocato, ma che, in pratica, restò valido ancora per qualche tempo.
Altre Operazioni, specialmente quelle che riguardavano le "nazionalità", Operazioni in cui Ezhov ed i suoi uomini uccisero un enorme numero di persone, non entrano nel conteggio come parte del totale dell’ORDINE NUMERO 00447.
In ogni caso, anche le cifre fornite da Mozokhin, le più alte di queste due serie, si applicano a tutti i cittadini dell’URSS piuttosto che ai soli membri del partito.
Tutti i dati dimostrano che le affermazioni degli anticomunisti sull'argomento sono ampiamente esagerate.
Anche se tutte le quarantamila persone del cosiddetto "ELENCO DELLE PERSONE DA FUCILARE" fossero stati membri del partito e fossero state tutte uccise (e si sa che molti non lo furono) esse rappresenterebbero ancora solo il 6 % dei 2-3 milioni indicati nella storiografia dominante.
Nel libro RUSSIA. DALLA RIVOLUZIONE ALLA CONTRORIVOLUZIONE (AC Editoriale Coop, Milano, 1998), a pag. 177 aveva scritto il defunto trozkista Ted Grant:
"(…).
Del Comitato Centrale del Partito Bolscevico del 1917, nel 1940 rimaneva soltanto un superstite, oltre Stalin".
C'è un link archivistico (www.knowbysight.info/2_KPSS/07179.asp) dove sono contenuti tutti i nomi e i cognomi dei membri del Comitato Centrale del Partito Bolscevico eletti al 6° congresso, svoltosi clandestinamente tra il 26 Luglio e il 3 Agosto 1917.
Questo link archivistico dimostra la falsità dell'affermazione di Grant, perchè:
- Lomov, Stasova, e Ioffe sono stati eletti come Membri Candidati, di cui sono stati eletti altri cinque.
- E. Stasova è stata anche eletta come una dei cinque membri del Segretariato del Comitato Centrale.
- Otto membri del Comitato Centrale (CC) del Partito Bolscevico (VKB) del 1917 (Uritsky, Shaumian (non “Shomyan”), Sverdlov, Artem (Sergeev), Noghin, e Ioffe) erano morti nel 1938.
Stalin non aveva nulla a che fare con le loro morti.
- Lenin morì di morte naturale il 21 Gennaio 1924, mentre Dzerzhinski morì di morte naturale il 20 Luglio 1926.
- M. S. Uritsky è stato assassinato dai Socialisti Rivoluzionari di Sinistra il 30 Agosto 1918.
- Stepan (Suren) Shaumian è stato fucilato dagli inglesi il 20 Settembre 1918, come uno dei “26 Commissari di Baku “.
P. A. Dzhaparidze, uno degli altri dei Commissari di Baku, fu anche lui fucilato dagli inglesi.
- Iakov Sverdlov morì il 16 Marzo 1919 di tubercolosi.
- Artem morì il 4 Febbraio 1921 in un incidente aereo.
Stalin aveva ospitato suo figlio in casa sua.
Negli anni ’80, il figlio di Artem aveva pubblicato un libro di memorie su com’era cresciuto nella famiglia di Stalin, che è estremamente favorevole a Stalin e getta luce su alcuni eventi, come il suicidio del 21 Giugno 1932 della seconda moglie di Stalin, su cui sono circolate molte voci anti-staliniste ossia anti-comuniste (cfr. S. Artem - E. Glushik, CONVERSATIONS ABOUT STALIN, Krymskii Most-9D, Moscow, 2006).
- Nogin era morto di morte naturale il 13 Maggio 1924.
- A. A. Ioffe, un seguace di Trotsky, si suicidò il 17 Novembre 1927.
- I tre che hanno più vissuto a lungo dopo il 1938 furono:
1) A. M. Kollontaj, morta di morte naturale il 9 Marzo 1952.
2) M. K. Muranov, morto di morte naturale il 9 Dicembre 1959.
3) E. D. Stasova, morta di morte naturale il 31 Dicembre 1966.
I recenti studi accademici-archivistici smontano in maniera strettamente documentaria l'accusa anti-comunista secondo cui durante le Grandi Purghe nell'Armata Rossa restarono vivi solo cinque Ufficiali.
Questi studi archivistici dimostrano:
- Che il numero di persone a capo dell'Armata Rossa (gli Ufficiali e i Commissari Politici), sono stati 144.300 nell'anno 1937, raggiungendo la cifra di 282.300 nell'anno 1939.
- Che durante le Grandi Purghe del biennio 1937-1938, 34.300 (numero totale) di Ufficiali e Commissari Politici erano stati espulsi per motivi politici e nel mese di Maggio del 1940, 11.596 sono stati riabilitati e restituiti ai loro posti.
- Che durante le Grandi Purghe del 1937-1938, 22.705 Ufficiali e Commissari Politici sono stati arrestati (13.000 Ufficiali, 4.700 Ufficiali della Armata Rossa e 5000 Commissari Politici): ossia il 7,7 % di tutti gli Ufficiali e Commissari Politici, non il 50 % come sostenuto nell'attuale storiografia dominante e di questi 7,7 % , alcuni sono stati condannati come traditori, ma la stragrande maggioranza (il 65 %), come mostrato negli studi sull'argomento, sono tornati alla vita civile svolgendo anche un ruolo di primo piano nella epica battaglia di Stalingrado.
- Che la purga investì l’esercito, ma non nella misura indicata nell'attuale storiografia dominante: dei 144.300 Ufficiali e Commissari dell’Armata Rossa, 34.300 furono espulsi per ragioni politiche: di questi 11.586 il 20 Maggio 1940 furono reintegrati nel posto e nel grado.
- Che i repressi della purga nell’esercito furono pertanto 22.705, cioè il 7,7 % del totale.
- Che durante le Grandi Purghe nell'Armata Rossa il numero di quadri epurati decresce in maniera verticale man mano che si discendono i gradi gerarchici (ridotti a 50), ossia man mano che si procede dal grado di Generale (ridotti a 30) a quello di Capitano (elevati a 200), per annullarsi al livello dei Tenenti (elevati a 350).
- Che la Grande Purga nell'Armata Rossa consente di far venire avanti tutta la nuova leva di 3000 Ufficiali, formatisi a partire dal 5 Maggio 1922 e provenienti dalle fila operaie e contadine.
- Che l’origine e l’appartenenza di classe erano requisiti indispensabili per accedere all’Accademia Militare e ricoprire i gradi nell’Armata Rossa nell'epoca socialista di Stalin.
- Un’altra mostruosa frottola su Stalin è che lui avrebbe fatto arrestare e fucilare oltre 40.000 militari esperti, il cui il risultato fu che l’Armata Rossa rimase senza il Comando di Combattimento, e perciò gli hitleriani recarono così grande danno all'Armata Rossa …
Quando si è cominciato a studiare per verificare questo fatto, risultò che questi militari furono messi in congedo.
E’ vero che prima dell’inizio della guerra quasi 40.000 dei Comandanti sono stati congedati per svariati motivi.
Ma congedare non significa fucilare.
Recenti studi accademici-archivistici dimostrano che è falsa l'accusa a Stalin (ripetuta da vari storici anticomunisti anche di estrazione trockysta) secondo cui "nelle Grandi Purghe vennero eliminati fisicamente tutti i membri del Comitato Esecutivo Internazionale Comunista (CEIC) del KOMINTERN".
Questi studi archivistici dimostrano invece che su 394 membri da cui era costituito il CEIC del KOMINTERN nel Gennaio 1936, nell'Aprile 1938 c'è ne erano 290: solo una minima parte (il 14 % ) non c'era più a causa del fatto che erano stati imprigionati nei GULAG per la loro attività contro-rivoluzionaria (tra questa minima percentuale (in buona parte amnistiata nel 1941) ci furono cospiratori di paesi diversi: tedeschi, austriaci, yugoslavi, italiani, bulgari, finlandesi, baltici, persino inglesi e francesi).
Sull' "Operazione Polonia" ci sono un sacco di fonti primarie (in tutto 9.000).
Ezhov ha davvero ucciso un gran numero di persone di origine polacca (in tutto 6000), o le persone i cui nomi "sembravano" polacchi (in tutto 2000).
Il numero dei prigionieri sovietici finiti nei campi nazisti polacchi (durante la Seconda Guerra Mondiale) furono 165.550.
Di questi ne tornarono in patria 75.699.
Degli altri 89.851, qualcuno evase (furono 2000 gli evasi), altri passarono ai polacchi (furono 3000) ma la stragrande maggioranza morì (il 70 %) : morì di fame, di malattie, di freddo, di maltrattamenti e di esecuzioni arbitrarie.
In Bielorussia, in Volinia e nell’Ucraina Occidentale, sotto il controllo polacco, si attuò una politica imperialista di “polonizzazione” con arresti arbitrari e uccisioni di comunisti, sindacalisti, contadini e cittadini ucraini, bielorussi ed ebrei.
A questi polacchi, implicati in crimini, le autorità sovietiche presentarono il conto.
Non vennero fucilati tutti: fu esaminato ogni singolo caso e solo coloro che risultarono colpevoli dei reati più gravi furono fucilati.
Gli altri furono internati in campi correzionali di lavoro.
A questo riguardo, ad esempio L. M. Kaganovich ebbe a dichiarare che, nella Primavera del 1940, il governo sovietico aveva dovuto prendere una decisione difficile: la fucilazione di 3.196 cittadini polacchi che si erano macchiati di crimini.
Questi crimini non riguardavano solo i casi che ho elencato sopra ma si estendevano anche al periodo seguente all’occupazione sovietica di quelle terre.
L. M. Kaganovich disse letteralmente: ”(…) gli stupratori, i banditi e gli assassini”.
Solo in alcuni casi vennero punite le famiglie dei prigionieri (in tutto le famiglie deportate furono 3.000): a seconda del loro grado di coinvolgimento.
Furono trasferiti all’interno dell’URSS (nella parte Nord) e questo fu la salvezza di molti polacchi, infatti la maggior parte di coloro (che furono in tutto 9000) che rimasero in Bielorussia, Volinia e Ucraina furono uccisi dai nazisti e dai collaborazionisti ucraini dell’UPA di Stepan Bandera.
Questi furono i soli polacchi a essere fucilati nella Primavera del 1940 dalle autorità sovietiche.
La Germania e l'Unione Sovietica firmarono il PATTO il 23 Agosto 1939, e gran parte del territorio etnicamente polacco finì sotto il controllo della Germania, mentre le aree annesse dall'URSS contenevano popoli diversi etnicamente, con un territorio suddiviso in diverse aree, alcune delle quali avevano una maggioranza non-polacca (come gli ucraini al Sud (gli ucraini erano la maggioranza della popolazione nel Voivodato di Stanislawòw, Ternopil' e Leopoli, che costituivano la Galizia Orientale; se si considera anche il territorio del Voivodato di Volinia (70 % ucraino), la presenza ucraina nell'area diventa una maggioranza schiacciante) ).
Le parti orientali della Polonia furono divise in tre zone da Nord a Sud.
Nel Sud risiedeva una maggioranza ucraina, tranne in alcune aree dove il numero dei polacchi li eguagliava.
Nella parte centrale, in Polesia e Volinia, vi era una minoranza polacca che si confrontava con una classe contadina prevalentemente ortodossa.
Nella parte settentrionale, nei Voivodati di Bialystok, Vilnius e Nowogródek, i polacchi erano la maggioranza.
Gli ebrei costituivano la principale minoranza nelle aree urbane, e molti di essi si sentivano alienati nella Polonia interbellica nazionalista.
Questo gruppo etnico sperò pertanto nell'arrivo dei sovietici.
I polacchi comprendevano il maggiore gruppo etnico nei territori annessi dai sovietici (nella popolazione dei territori orientali, circa il 38 % erano polacchi, il 37 % ucraini, il 14,5 % bielorussi, l'8,4 % ebrei, lo 0,9 % russi e lo 0,6 % tedeschi).
Tra gli stessi storici polacchi si dibatte non solo delle dimensioni della tragedia che si è consumata negli anni Quaranta in Volinia e nell’ex Galizia Orientale, ma anche in base agli stessi accordi fino al 3 Ottobre 1946 dove vennero evacuati, in senso contrario, dalla Polonia verso la RSS Ucraina, 500 mila ucraini, 200 dei quali trascorsero la loro vita in Siberia lavorando come falegnami (e dove nello stesso periodo vennero imprigionati anche 3000 reazionari polacchi tra cui 1000 noti criminali di guerra anti-semiti).
Le persone realmente giustiziate in Polonia (negli anni della Ezovscina) si attestano a 10 mila persone.
E' per certo (siccome si hanno a disposizione i DOSSIER di ciascun giustiziato in questione) che la maggior parte di queste persone erano innocenti, dal momento che il Responsabile dell’NKVD ha fatto delle confessioni in merito.
Dopo che Ezhov ha dato le dimissioni nel Novembre 1938 sono cominciate le indagini, e presto si è scoperto il fatto che Ezhov e i suoi uomini avevano fatto uccidere un gran numero di persone polacche, allo scopo di fomentare una rivolta contro il governo sovietico.
Sotto Beria, nel 1939-1941, moltissime persone polacche (allo stato attuale della documentazione se ne contano 2 milioni) sono state liberate dai campi (GULAG) situati a Danzica, molte accuse sono state riviste, e sono saltate fuori molte prove di uomini dell’NKVD che si sono resi responsabili di questi efferati crimini.
Nel 1938 ci fu il drammatico scioglimento del Partito Comunista di Polonia, e dopo la sua eliminazione fisica di un terzo dei membri del CC del Partito Comunista di Polonia (recenti studi archivistici polacchi parlano di 600 membri giustiziati) che erano esuli in URSS e che furono giustiziati durante le tremende purghe di Ezov: alla luce dell'attuale documentazione archivistica russa e dell'ex KOMINTERN, anche questo tragico fatto è da considerare parte della vasta trama cospirativa antisovietica (alias anticomunista).
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, il governo bolscevico dell'URSS ha evacuato una parte di tartari, e di calmucchi, ma le persone di buon senso hanno difeso giustamente la politica dei bolscevichi di quegli anni.
Adesso si discute sull'argomento umanitario, tacendo che l'intero battaglione dei nazionalisti ceceni erano passati dalla parte degli hitleriani.
Nelle fosse comuni del Parco "Astrahan" vi è seppellito più di 2000 reclute mandati sin dalla scuola in aiuto all'assediamento di Stalingrado, ma uccisi dai traditori calmucchi.
Soltanto in un accampamento di tartari a Balaklava sono stati dilaniati 500 marinai.
Hanno bruciato vivi dei patrioti nei forni dei Sovhoz della Crimea di nome "Krasnji".
Secondo i dati degli archivi, con i tartari della Crimea sono stati annientati 8.6000 pacifici abitanti, 84.000 funzionari di partito, 57.000 militari.
I nazionalisti della Lituania hanno fatto morire 700.000 patrioti, quelli della Lettonia 340.000 attivisti sovietici, e dell'Estonia 125.000.
I banderovzy ucraini (banditi nazionalisti che durante la Seconda Guerra Mondiale operavano nella regione di Zakarpatskaja (Ucraina) ) e gli ounovzy (gli ounovzy erano membri della OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) e il loro capo era Stepan Bandera) nel Settembre 1941 a Babe Jar hanno eliminato 200.000 ebrei.
Dal 1944 al 1953 hanno compiuto 5099 atti terroristici e di sabotaggio con omicidi e incendi.
I tartari di Crimea vennero deportati in massa.
Molti documenti attinenti la loro deportazione, da archivi ex sovietici un tempo segretati, vennero pubblicati in Russia da ricercatori anticomunisti, i cui commenti sono parecchio tendenziosi.
I documenti stessi, nondimeno, sono molto interessanti ! : nel 1939 c'erano 218.000 tartari di Crimea.
Questo starebbe a significare circa 22.000 uomini in età da Servizio Militare, il 10 % della popolazione.
Nel 1941, da dati statistici contemporanei si evince che 20.000 soldati tartari della Crimea disertarono dall'Armata Rossa.
A partire dal 1944, 20.000 soldati tartari di Crimea si unirono alle forze naziste e combatterono contro l'Armata Rossa: così l'accusa di una massiccia collaborazione viene confermata.
Il governo sovietico decise di deportare tutta la nazionalità in Asia Centrale, cosa che fu fatta nel 1944.
Fu concessa loro della terra e qualche anno di esenzione dalla tassazione.
La nazione tartara rimase intatta e crebbe di grandezza a partire dai tardi anni 50.
I tartari di Crimea, che nella Seconda Guerra Mondiale si misero dalla parte dei nazisti, furono salvati dalla magnanimità di Stalin, che li trasferì dalla Crimea per sottrarli alla furia dei soldati sovietici rientrati dalla guerra.
Il governo bolscevico dell'URSS trasferì i tartari in nuove residenze dando loro tutto il necessario per una vita dignitosa.
Il 40 % dei tartari di Crimea venne reclutato dai nazisti.
Non tutti i tartari si unirono alle forze naziste.
Il 40 % degli uomini in Cecenia e Inguscezia vennero chiamati nel 1942 per essere reclutati dai nazisti.
Nel Febbraio del 1943 i nazionalisti filo-nazisti ceceni hanno promosso una grande rivolta a favore della Germania nazista.
Il numeri dei tartari di Crimea deportati (che fu di 15.1720) che morirono durante la deportazione fu di 191: ossia il 0,13 % .
I treni che l'NKVD organizzò per le deportazioni contennero 493.269 persone cecene, ingusce e di altre nazionalità.
50 persone morirono durante il viaggio e 1.272 riuscirono a fuggire: il totale fu dello 0,26 % delle perdite e ciò è accaduto in Inverno durante i feroci rastrellamenti nazisti: un tasso di perdita molto più basso di quello dei civili sovietici uccisi nelle zone occupate.
Nel caso della Cecenia, della Inguscezia e dei tartari della Crimea, la collaborazione con i nazisti è stata massiccia, e ha coinvolto gran parte della popolazione (una buona parte: il 60 % ).
Altri recenti studi archivistici (dopo 20 anni di ricerche d'archivio sull'argomento) dimostrano invece che la consegna da parte degli organi della giustizia rivoluzionaria del paese dei Soviet alla Ghestapo di quei 350 tedeschi esuli in URSS era la consegna di soggetti, nessuno escluso, che erano ex membri del KPD che cospirarono (dal 1932) con l'Opposizione Unificata di Destra e di Sinistra assieme ai nazisti (in questa trama cospirativa contro-rivoluzionaria furono coinvolti anche quadri del Partito Comunista di Palestina (PCP), molti dei quali erano emigrati in Polonia).
Cittadini tedeschi che sono stati arrestati per reati gravi sono stati consegnati alla Germania invece di essere imprigionati in URSS.
Non c'era una sorta di trattato per uno scambio reciproco di prigionieri.
Il governo bolscevico dell'URSS con questa manovra militare ottenne il rllascio di 400 comunisti del KPD imprigionati a Dachau.
Bucharin, che si prostra ai piedi del Partito Bolscevico (VKB) dicendo di aver confessato tutti i suoi crimini, non svela però che il Ministro degli Interni dell’epoca, Ezhov (che ricoprì questa carica dal 1937 al 1939), faceva parte della congiura trotskista.
Lo storico Grover Furr (dell’Università di Montclair nel New Jersey che, rovistando negli archivi statali di Mosca che sono stati via via desecretati, ha trovato e tradotto in inglese (dal russo) una serie di documenti di straordinaria importanza e finora sconosciuti, che smentiscono tutte (sottolineo tutte) le infamanti accuse che Krusciov ha rivolto a Stalin nel famigerato RAPPORTO “SEGRETO” passato alla CIA prima ancora che ai partiti “fratelli”) ha tradotto gli interrogatori di Ezhov che portarono alla sua condanna a morte.
Si trovano nel sito : http://msuweb.montclair.edu/~f…/research/ezhov042639eng.html.
Nel commentare l’operato di Ezhov, lo storico statunitense Grover Furr conclude che in effetti le cosiddette “Grandi Purghe” non furono opera di Stalin ma di Bucharin, il quale anche sul punto di morire si rifiutò di rivelare la vera identità politica di Ezhov il quale poté quindi compiere, prima di essere scoperto, la sua scellerata opera di assassino, dall’alto della carica pubblica che ricopriva.
Ezov svolgeva una personale attività cospirativa contro il governo sovietico e la leadership del partito.
Ezhov era stato reclutato dai servizi segreti tedeschi.
Come il gruppo della “destra” e i trotzkisti, Ezhov ed i suoi uomini migliori dell'NKVD facevano affidamento su un'invasione dalla Germania, dal Giappone, o da un altro grande paese capitalista.
Hanno torturato molte persone innocenti per spingerli a confessare crimini passibili di pena capitale in modo da fucilarli.
Sottoposero a esecuzioni sommarie un gran numero di persone utilizzando prove falsificate o addirittura senza alcuna prova.
Ezhov sperava che queste esecuzioni di massa di persone innocenti avrebbe fatto schierare gran parte della popolazione sovietica contro il governo.
Questo avrebbe creato le basi per lo scoppio di ribellioni interne contro il governo sovietico nel caso di attacco da parte della Germania o del Giappone.
Ezhov mentì a Stalin, al partito e ai capi del governo.
Le esecuzioni di massa veramente orribili del 1937- 1938 di 680.000 persone, sono state in gran parte ingiustificate esecuzioni di innocenti effettuate deliberatamente da Ezhov e dai suoi uomini migliori per seminare il malcontento tra la popolazione sovietica.
Anche se Ezhov fece fucilare un numero molto elevato di persone innocenti, è chiaro che, dalle prove ora disponibili, vi erano anche vere e proprie cospirazioni.
Il governo russo continua a conservare ogni cosa ma purtroppo alcuni documenti utili per questa investigazione rimangono top -secret.
Non si può sapere con certezza esattamente le dimensioni delle cospirazioni reali senza tali prove.
Pertanto, non si sa quante di queste 680.000 persone erano cospiratori reali e quanti sono state vittime innocenti.
Come è stato documentato Stalin e la direzione del partito cominciarono a sospettare già dall'Ottobre 1937 che la maggior parte della repressione fosse effettuata in modo illegale.
All'inizio nel 1938, quando Pavel Postiscev fu aspramente criticato, poi rimosso dal Comitato Centrale, poi espulso dal partito, processato e giustiziato per l’ingiustificata repressione di massa, questi sospetti crebbero.
Quando Lavrentii Berja venne nominato come il Vice di Ezhov, quest'ultimo e i suoi uomini compresero che Stalin e la direzione del partito non si fidavano più di loro.
Fecero un ultimo complotto per assassinare Stalin il 7 Novembre 1938, in occasione della celebrazione del 21° anniversario della rivoluzione bolscevica.
Ma gli uomini di Ezhov furono arrestati in tempo.
Ezhov venne convinto a dimettersi.
Un'intensa attività investigativa venne avviata e un enorme numero di abusi del NKVD vennero scoperti.
Un gran numero di casi di coloro che furono giudicati o puniti a causa di Ezhov vennero rivisti.
Alcune delle prove più evidenti e impressionanti pubblicate a partire dal 2005, sono le confessioni di Ezhov e di Mikhail Frinovsky, il secondo in comando di Ezhov.
Si ha anche un gran numero di confessioni e gli interrogatori, per lo più parziali, di Ezhov, in cui fa molte altre confessioni: questi sono stati pubblicati nel 2007 in un semi-ufficiale account da Aleksei Pavliukov.
Ora a 80 anni di distanza si può affermare che, senza i Processi di Mosca che la propaganda anticomunista si ostina a dire inventati da Stalin per consolidare il suo potere, l’URSS attaccata dalla Germania nazista avrebbe dovuto affrontare un tradimento interno dalle conseguenze disastrose.
La repressione, tuttavia, non si limitò a colpire gli esponenti di vertice ma colpì anche la base del complotto per cui gli arresti, i processi, le condanne ai lavori forzati e di morte coinvolsero, secondo le stime di storici veri e non buffoni anticomunisti, da 450.000 a 680.000 persone nell’annata 1937-1938 quando alla direzione del NKVD fu posto Ezhov.
Infatti, Ezhov sperava che queste esecuzioni di massa di persone innocenti avrebbero fatto schierare gran parte della popolazione sovietica contro il governo.
Con l'avvento di Berja al Ministero degli Interni oltre 100.000 persone vennero rilasciate dal carcere e dai campi.
Molti uomini della NKVD vennero arrestati e confessarono di aver torturato, processato e giustiziato persone innocenti.
Molti altri membri della NKVD furono condannati al carcere o licenziati.
Sotto Berja il numero delle esecuzioni nel 1938 e il 1940 scese a meno dell'1 % del numero raggiunto sotto il comando di Ezhov nel 1937 e 1938.
E molti di quelli giustiziati erano uomini della NKVD, tra cui Ezhov stesso, colpevoli di una massiccia repressione ingiustificata e di aver sottoposto ad esecuzione persone innocenti.
E' evidente che quello che fu definito dagli “storici” anticomunisti il "terrore staliniano" non fu opera di Stalin e non coinvolse decine di milioni di persone come viene affermato.
In malafede, questi scribacchini uniscono 2 fenomeni storici, la repressione del complotto e il tentativo di riordino e verifica degli iscritti al Partito Comunista (proverka: in russo significa verifica e non purga), che si svolse negli stessi anni che, come storici veri e non propagandisti anticomunisti hanno appurato esaminando gli archivi di Smolensk, portò all’espulsione di una ridicola percentuale di membri.
Un aspetto schifoso della questione è che Nikolai Bukharin, leader del gruppo di destra, era al corrente dell’ "Ezhovshchina" (la repressione condotta da Ezhov detta in lingua russa) e la lodò in una lettera che scrisse dal carcere a Stalin.
Bukharin sapeva che Ezhov era membro della cospirazione della Destra.
Senza dubbio è per questo che accolse con favore la nomina di Ezhov a capo della NKVD (orientamento registrato dalla vedova di Bucharin, Anna Larina, nelle sue memorie).
Nella sua prima confessione, nella sua ormai famosa lettera a Stalin del 10 Dicembre 1937 e al suo processo nel Marzo 1938, Bucharin sostenne che era completamente "disarmato" e di aver detto tutto quello che sapeva.
In realtà Bukharin sapeva che Ezhov era un membro di spicco del complotto della Destra, ma non disse nulla.
Secondo Mikhail Frinovsky, braccio destro di Ezhov, probabilmente Ezhov gli promise di adoperarsi affinché non fosse eseguita la sentenza di morte, se avesse taciuto della partecipazione di Ezhov.
Se Bucharin avesse detto la verità, se avesse rivelato, infatti, le informazioni su Ezhov, gli omicidi di massa ad opera di quest'ultimo avrebbero potuto essere fermati all’inizio.
Si sarebbero potute salvare le vite di centinaia di migliaia di persone innocenti.
Ma Bucharin rimase fedele ai suoi compagni cospiratori.
Andò all’esecuzione, esecuzione che, giurò, meritava "dieci volte”, senza rivelare la partecipazione di Ezhov alla cospirazione.
Questo punto non potrà mai essere sottolineato troppo: il sangue delle centinaia di migliaia di persone innocenti massacrati da Ezhov e dai suoi uomini durante il 1937-1938, ricade su Bucharin e non su Stalin.

(Giovanni Apostolou)

Edited by diavoletto nero - 24/1/2016, 15:56
 
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Dario Oliveri
CAT_IMG Posted on 28/6/2017, 17:29




articolo molto bello
 
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